25 settembre: the Spirit of Draghi

ATTUALITÀ

Stranamente questa volta abbiamo già deciso da tempo chi e come votare alle Elezioni Politiche di domenica 25 settembre, anche se, coerenti col nostro stile di sempre, evitiamo di dirlo prima del voto per non rischiare di influenzare qualcuno con la nostra scelta; una scelta meditata che deriva dalle nostre informazioni, le quali, ben sappiamo, possono essere diverse da quelle di chi domenica farà scelte diverse dalla nostra.
Già questo aprirebbe un problema grave, ma che non è possibile trattare qui a fondo: e cioè che la propaganda politico-elettorale, sacrosanta e doverosa anche se mai obiettiva, col berlusconismo è diventata pubblicità, e come tale viene scientificamente trattata per creare artificialmente il consenso, mettendo il voto alla stregua, per capirsi, della scelta di un dentifricio.
Oggi, anche se cerchiamo di negarlo, siamo anche noi in una situazione di democrazia ‘malata’, per il semplice fatto che l’informazione in Italia non è democratica; basterebbe pensare a Berlusconi su Tik-tok.
Più che fare previsioni sull’esito del voto, ci interessa qui partire da una nostra considerazione personale: dopo il 25 settembre bisognerà inevitabilmente fare un governo.
Non prevedendo (almeno sperabilmente) una forza politica con la maggioranza assoluta, bisognerà ricorrere ad un governo sostenuto da una coalizione di partiti.
Come dire che chi oggi polemizza quotidianamente contro tutto e tutti, dopo il 25 settembre dovrà ricucire il dialogo e, magari, anche la collaborazione politica con chi oggi in campagna elettorale è motivo di forte critica.
Quello che noi auspichiamo, e che determina la nostra scelta di voto, è la prospettiva di un governo che sia all’altezza dell’uscente governo Draghi, proditoriamente impallinato da chi lo aveva osannato fino al giorno prima.
Non è tanto l’alchimia della sua composizione partitica che ci interessa, ma piuttosto quello spirito di coesione e di collaborazione di fronte ai problemi che nel recente passato abbiamo affrontato e che perdurano, senza grandi prospettive di soluzioni migliorative.
Quello a cui, in questa assurda campagna elettorale, ci siamo trovati di fronte è qualcosa di profondamente squallido, con partiti che guardano a Putin e Orban come prospettiva politica per l’Italia, partiti a cui piace l’Europa che conceda i milioni di euro senza essere Europa, anzi furbescamente “prendiamoci i soldi che dall’Europa ce ne andiamo!”
In un nostro precedente editoriale, abbiamo considerato il fatto che il 25 settembre imponga all’elettore italiano una scelta morale; esiste infatti, per quanto obnubilata dalla pubblicità elettorale, una moralità politica che ci impone una coerenza con i valori fondanti del nostro Stato per esprimere un voto che sia una scelta responsabilmente critica verso la costruzione di una società più umana e più giusta; con questo criterio noi abbiamo fatto la nostra scelta.

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