25 settembre: una scelta morale

ATTUALITÀ

Man mano che si avvicina la data del 25 settembre, giorno in cui saremo chiamati a votare per eleggere il nuovo Parlamento, diventa sempre più evidente che quello che i cittadini italiani saranno chiamati ad esprimere non è solo un voto politico ma soprattutto una scelta morale.
C’è cioè di bisogno di una scossa sul piano della serietà e della moralità politiche, per reagire allo squallido degrado cui è precipitata la situazione politica nel nostro paese.
Il governo di unità nazionale, nato dall’emergenza della pandemia, cui si era aggiunta l’invasione russa dell’Ucraina, è stato certamente uno tra i migliori governi che ha avuto l’Italia democratica, con un sapiente dosaggio tra tecnocrazia e sensibilità democratica, rese possibili dalla consapevolezza delle diverse forze rappresentate.
Diamo per scontato che non tutti i ministri siano stati all’altezza del loro ruolo; ma ad essi sopperiva la prestigiosa statura internazionale del premier Mario Draghi, sempre equilibrato ma nel contempo determinato nelle sue scelte.
Allora la prima cosa da fare è reagire, con rabbia e sdegno, contro chi dopo averlo osannato fino al giorno prima, a Draghi ha tolto la fiducia in Parlamento, cosa molto gradita dall’amico Putin.
L’enorme e irresponsabile stupidità politica di Conte, Salvini e persino di un redivivo Berlusconi, è dimostrata dall’assurdo tentativo di addebitare la colpa della crisi al Pd di Letta, che invece la fiducia in Parlamento a Draghi l’ha coerentemente votata.
Quella che si svolgerà il prossimo 25 settembre è quindi, secondo noi, una battaglia campale tra il realismo politico di chi, come Mario Draghi, parte dalla situazione di fatto, con in più tutti i problemi che si presentano all’orizzonte dell’immediato futuro, per cercare di risolverli col concorso responsabile di tutti, e chi invece ci propone la luna e magari anche qualche stella.
Berlusconi, il cui governo a suo tempo è stato fatto cadere dal Presidente Napolitano per manifesta inefficienza e pericolosità in ambito europeo, bypassando i suoi guai giudiziari, propone il presidenzialismo e la flax tax al 23%; per non essere da meno Salvini propone un irrealistico 15%, ignorando o forse meglio non considerando quali sarebbero gli effetti sull’economia del paese. Da parte sua la Meloni già si sente investita del ruolo di premier, dando per scontata una vittoria del centro-destra.
Il colmo lo raggiunge Berlusconi che per l’Italia propone il presidenzialismo e, in previsione, giocando allegramente con le istituzioni, già licenzia il Presidente della Repubblica eletto, Sergio Mattarella.
Per il momento non prendiamo in considerazione i vari M5S, Renzi e Calenda, che giocano pomposamente a fare l’ago della bilancia (o terzo polo) mentre in realtà hanno il ben più grosso problema di entrare nel nuovo Parlamento.
La nostra speranza è che di fronte a tanta assurda e irresponsabile propaganda elettorale, gli elettori responsabilmente critici sappiano cogliere la necessità di un realismo politico che inevitabilmente obbligherà i partiti ad allearsi per formare un possibile governo, un governo che, magari sulla scorta di quello di Mario Draghi, affronti con serietà ed impegno i problemi che ci sono e ci saranno; all’incubo di una Meloni premier e di Berlusconi presidente della Repubblica, non vogliamo nemmeno pensare!

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