Anche da Thienet arrivino a tutti i nostri visitatori i migliori auguri per il 2022.
Un augurio non di circostanza e che, dovendolo sostanziare, è un augurio di buona salute, anzitutto, e poi di sereni-tà personale e famigliare; a dirla con John Lennon: “Let’s hope it’s a good year, without any fear (speriamo sia un buon anno, senza alcuna paura)”.
Due sono comunque le cose che, oltre al resto, vorremmo in particolare chiedere al 2022.
La prima è la fine della pandemia di coronavirus che ormai da due anni è diventata un incubo quotidiano.
Un detto popolare, non sappiamo di che consistenza scien-tifica, dice che una pandemia per risolversi ha bisogno di due Pasque; la prossima Pasqua sarebbe la seconda e noi speriamo anche l’ultima.
Il fatto è che, al di là degli aspetti medico-sanitari, il covid-19 ha cambiato le nostre vite, ha ridimensionato la nostra supponenza derivante dalla ostentata opulenza della nostra vita sociale.
Soprattutto ci ha costretti a rivedere il nostro rapporto personale con gli altri, riportandolo all’interno di una interdipendenza che si traduce nello slogan “salvando noi salviamo anche gli altri” o, ribaltandolo, “salvando gli altri salviamo anche noi”.
È questa necessità di ristrutturare il rapporto io-altri imposto dalla pandemia, che non è stato compreso e tantomeno accettato dai cosiddetti no-vax, che per una irrazionale e atavica paura individuale, finiscono per compromettere la salute degli altri, come risulta evidente proprio in questi giorni in cui la stragrande maggioranza dei ricoveri ospedalieri è costituita da persone non vaccinate.
Secondo noi questi asociali andrebbero isolati con un rigido lock-down, impedendo loro ogni tipo di rapporto sociale, costituendo un reale pericolo per chi sta loro intorno; la nostra Costituzione prevede sì il diritto di scegliere le cure cui essere sottoposti, ma anche il dovere, oltre al sendso di umanità, di non esporre al pericolo di malattie le persone in mezzo a cui viviamo.
La seconda cosa che vorremmo chiedere al 2022 è di evitare il pericolo che Silvio Berlusconi diventi Presidente della Repubblica italiana.
Nel suo ultimo messaggio agli Italiani, il Presidente Sergio Mattarella, col suo stile, è stato estremamente esplicito dicendo che: “Unità istituzionale e unità morale sono le due espressioni di quel che ci tiene insieme. Di ciò su cui si fonda la Repubblica”.
Noi non sappiamo quale compromesso politico sarà necessario perchè nell’attuale composito gioco dei partiti che compongono il nostro Parlamento si riesca ad esprimere un Presidente che rappresenti l’unità istituzionale; ma sappiamo di sicuro che a Silvio Berlusconi, per provata e sofferta esperienza, noi non riconosciamo l’altezza morale per rappresentare l’unità dello Stato italiano”.