Artigiani in Thiene

CULTURA

Testo della presentazione di Ferdinando Offelli:

Thiene, Villa Cornaggia,
Sala Luigi Meneghello
28 maggio 2022
Mostra Fotografica
“Artigiani in Thiene”
di Giuseppe Stella, Luca e Valter Borgo
Anzitutto il mio saluto e il mio ringraziamento a quanti hanno accolto l’invito di presenziare all’inau¬gu¬razione di questa Mostra Fotografica “Artigiani in Thiene” allestita in questo nuovo spazio espositivo, significativamente intitolato a Luigi Meneghello.
Vorrei cominciare col dire che si tratta della 38^ iniziativa di un’attività culturale, nell’ambito dell’arte fotografica, organizzata a Thiene da questo ormai storico sodalizio composto principalmente da Giuseppe Stella, Luca e Valter Borgo, che io amichevolmente amo definire “la banda del clic”, perché da decenni ci ripropone in fotografia quella realtà di Thiene che spesso, persi nella corsa che la vita ci impone, noi non riusciamo a vedere e considerare in profondità.
La Mostra che si apre oggi riguarda gli “Artigiani in Thiene”, ed era stata bloccata, come tante altre iniziative, dal terribile periodo della pandemia. Per documentarla i nostri fotografi hanno visitato ben 25 laboratori artigianali ancora esistenti ed operanti a Thiene, traendo qualcosa come 144 fotografie, che sono qui esposte col gusto e l’eleganza che da sempre contraddistingue le loro Mostre.
È evidente che nella mia presentazione, per limiti di tempo, non posso passare in rassegna ciascuna delle attività artigianali, così diverse e variamente articolate, che spaziano in vari ambiti dell’attività produttiva locale.
Dovrò quindi limitarmi a cercare di cogliere, sempre che ci sia, ciò che in qualche modo le accomuna, lo spirito che, pur nella loro diversità, le pervade; in questo senso comincerei col far notare che, significativamente, questa non è una Mostra sull’Artigianato locale, con esposizione di manufatti e prodotti vari, ma sugli “Artigiani in Thiene”, cioè sulle persone che in città operano in uno dei vari campi in cui l’attività artigianale si articola.
Dell’artigianato di oggi, inteso come attività economica, io non sarei certo in grado di entrare negli aspetti organizzativi e normativi, nelle moderne tecnologie di cui si avvale. Per questo ci sono persone molto più esperte e qualificate di me.
Quello che io ho cercato di cogliere, visitando in anticipo questa Mostra, è lo spirito che ancora anima l’artigiano, come persona, spirito che mi sembra permanga sia nelle attività più tradizionali che in quelle tecnologicamente più moderne ed avanzate, quando non avveniristiche.
Io da sempre sono convinto che l’artigiano sia una persona il cui lavoro partecipa della natura dell’arte; è una convinzione su cui intendo soffermarmi per cercare di spiegarla con chiarezza.
Si tratterebbe, in fondo, di recuperare, per quanto ancora riscontrabile, il concetto dei tempi andati, secondo cui un giovane o una giovane venivano mandati a bottega come garzoni per imparare, si diceva in dialetto, un’arte, cioè imparare fino ad appropriarsene, di un mestiere artigianale. Così come evito di approfondire il concetto di bottega, dove nei secoli scorsi tra i vari garzoni operavano i maestri delle varie arti, botteghe che oggi sono spesso diventate laboratori ad alta tecnologia.
Quello che invece intendo dire è che l’artigiano non si limita a lavorare solo per fare qualcosa di utile, magari in modo meccanico e seriale come si fa nell’industria; l’artigiano in qualche modo personalizza il suo lavoro, secondo le sue capacità, la sua esperienza, la sua inventiva ed il suo estro creativo, per cercare di produrre qualcosa che meglio incontri il gusto del cliente.
Certo, un manufatto, un’attività artigianale hanno inevitabilmente un loro fine di utilità pratica, devono rispondere alle esigenze concrete e commerciali per cui un prodotto viene elaborato; ma, dato questo per scontato, l’artigiano vi aggiunge qualcosa di suo, magari solo un fregio per abbellirlo, un espediente tecnico per migliorarne la funzionalità, insomma quel qualcosa in più, un plus-valore con cui personalizza il suo lavoro.
Come dire che, al di là della fredda tecnologia, l’artigiano individualizza, forse meglio dire umanizza il suo lavoro per farlo rispondere a criteri che non sono solo di utilità ed efficacia, ma anche criteri estetici, di bellezza, per cercare di rispondere ai gusti di quanti possono essere i destinatari del suo prodotto.
È in questo senso che, secondo la mia convinzione, il suo lavoro partecipa della natura, cioè in qualche modo diventa arte; arte nel senso che intendo io, cioè la capacità di trasformare la sua idea, il suo pensiero, avvalendosi della sua abilità, della sua esperienza, in un qualcosa di spesso unico e irripetibile, che si concretizza nel risultato che riesce a realizzare.
Qualche anno fa ho chiesto ai nostri fotografi di fotografare, in vista di una pubblicazione e di una mostra, mostra che poi non si è fatta, sempre per la pandemia, i lavori in ferro battuto di mio padre, fabbro e maniscalco a Zugliano agli inizi del secolo scorso; si trattava di oggetti della vita casalinga, lampadari, tavolini, vari elementi di arredamento, che mio padre concepiva e forgiava non solo per la loro utilità ma anche per la loro grazia ed eleganza; a Zugliano qualcuno diceva che Piereto Fabro “ricamava il ferro”.
Durante questa esperienza mi sono reso conto di come operano i nostri fotografi, con quanta meticolosità scelgono le condizioni ottimali prima dello scatto fotografico; e vi posso assicurare che in ciascuna immagine da loro prodotta, metaforicamente, si può cogliere il calore del fuoco che ha riscaldato il ferro su cui mio padre batteva il martello per farlo rispondere alle esigenze non solo di utilità pratica ma anche di gusto e bellezza; il lavoro come arte, quindi, come ho già cercato di dire.
Ecco, io oggi vi invito a guardare le 144 fotografie qui esposte non solo per la loro perfezione tecnica, derivata da lunga pratica ed esperienza, ma per cercare di cogliere quello spirito di umanizzazione del lavoro artigianale su cui si è soffermato il loro obiettivo; ognuno di noi potrà sicuramente trovare luoghi, persone, oggetti che sono parte della propria vita, magari con qualche nostalgia per il ricordo.
Proviamo solo a pensare che, se in ciascuna di queste foto riuscissimo a cogliere quell’elemento di umanizzazione che i fotografi hanno cercato di fissare, quale arricchimento personale e culturale ci potrebbe venire dal visitare questa Mostra sugli “Artigiani a Thiene”
Ma forse non ci siamo accorti, io per primo, che suggerendo questo tentativo di cercare l’elemento umano che c’è all’interno delle fotografie qui esposte, ho in definitiva io stesso definito come ‘artigianale’, proprio nel senso che ho cercato di chiarire, anche il lavoro dei nostri fotografi, che a questo punto possiamo a buon diritto definire “gli artisti del clic”.
Concludo quindi rinnovando i miei ringraziamenti ai presenti, a Luca e Valter Borgo e, in particolare, come suggeritomi da Valter stesso, a Giuseppe Stella, per questo ennesimo importante contributo alla cultura di Thiene.
Grazie.

1 commento su “Artigiani in Thiene

  1. Ho un forte rammarico per non avere visitato la 38° mostra fotografica che riguardava : “Artigiani di Thiene”.
    Comunque, Ferdinando, leggendo e rileggendo il tuo bellissimo articolo di questa mostra, è stato come rivivere i miei quasi quarant’anni di vita artigiana trascorsi visitando moltissime realtà artigiane del vicentino e non soltanto. Ho vissuto momenti indimenticabili fatti di incontri con artisti, dibattiti , relativi a questo fantastico “mondo” che ci rende unici . Posso confermarti, a mio modesto parere, che hai veramente ” colto lo spirito ARTIGIANO che anima questo settore ancora oggi. Il termine Artigiano deriva proprio da “ARTE”. L’artigiano è colui che meglio di tutti, nelle sue opere, trasmette il proprio sentire e da anima alle sue creature. Purtroppo, penso anche a causa della globalizzazione, tante botteghe artigiane sono sparite completamente da questo mondo .Il sapere trasmesso dal maestro artigiano, per tanti mestieri, va via via perdendosi. NANDO, sei stato grande nel trasmettere, meglio, far rivivere attraverso anche le descrizioni delle immagini fotografiche, quelle sensazioni che ho provato quando tu ricordi il Papà, che io ho avuto la fortuna di conoscere ed apprezzarne il talento: ” si può cogliere il calore del fuoco che ha riscaldato il ferro su cui mio padre batteva il martello….”. Sicuramente tutto questo è ” SPIRITO ARTIGIIANO”. Tantissimo ci sarebbe da dire/scrivere sul MONDO ARTIGIANO anche per tenere sempre viva questa arte. Desidero riportare una frase di RICHARD SENNET, che nel suo libro ” L’UOMO ARTIGIANO” afferma: E’ ORA DI RESTITUIRE VALORE AL LAVORO FATTO CON LE MANI O CON IL CERVELLO, MA SEMPRE CON PERIZIA ARTIGIANALE”.

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