Carta canta

SCAFFALE

Abbiamo recentemente assistito a Caltrano, nell’ambito delle iniziative dell’Associazione “Città visibili”, alla presentazione del romanzo “Carta canta” di Paola Gianoli Caregnato, stampato dalla Tipolitografia Pizzato di Montecchio Precalcino nel giugno 2023.
Anche se non è una prima esperienza narrativa, come romanzo si tratta comunque di un’opera uscita dalla scuola di scrittura di Roberto Pazzi, da poco scomparso.
L’opera è ambientata nel ‘700 veneziano, e precisamente nel palazzo Erizzo, che l’autrice dice di aver abitato.
Il palazzo era proprietà della nobile famiglia Erizzo, con il conte Erino, la moglie Lavinia, i figli Marcello e Maria Piera, e da tutta una serie di personaggi di servitù, più o meno arguti, com’era tipico nel tempo, compreso il gondoliere Nane; il quale con la dovuta discrezione portava ogni settimana il ‘sior paron’ dalla cortigiana Lina, “la più colta e focosa di tutta Venezia”, contesa non solo dall’immancabile Casanova, ma anche dallo stesso Doge di Venezia.
In realtà, almeno a sentire Sonia D’Adam, presidente delle “Città visibili”, che ha presentato la scrittrice, nel romanzo si rivendica il diritto di introdurre fatti e personaggi non proprio contemporanei, senza che questo disturbi la credibilità del racconto.
Sul piano famigliare assistiamo alla vita di una famiglia della ricca nobiltà veneziana, con i tipici problemi della educazione dei figli, cercando di sistemare le figlie con matrimoni convenienti, il tutto sotto l’attento controllo della contessa Lavinia, e con le opportune villeggiature estive in campagna.
Su un piano più culturale si pone invece la relazione tra il conte Erino e la cortigiana Lina, una relazione che più che sul sesso sembra essere basata sul culto per le carte pregiate che venivano prodotte e che arrivavano nelle famose stamperie di Venezia; è sull’apprezzamento per le carte che si manifestano le affinità intellettuali dei due amanti, i quali sembrano trovare nella condivisione anche tattile di una carta pregiata la soddisfazione dei sensi che con Casanova si esplicava ben altrimenti.
La morte del conte Erino Erizzo sembra essere resa meno traumatica nel ricordo delle due donne, per la sensazione in entrambe di essere state all’altezza del ruolo, per quanto diverso, che ciascuna si era trovata a svolgere.
Pur con qualche legnosità iniziale la narrazione si distende piacevolmente, ravvivata da inserti dialettali; ma forse l’opera si raccomanda alla lettura per il quadro d’insieme della vita di una nobile famiglia nella Venezia settecentesca, la città che sull’imprimere la carta aveva trovato una delle sue più peculiari e geniali espressioni artistiche.

1 commento su “Carta canta

  1. Abbiamo sembra quasi un plurale maestatis seguito a breve da un quasi dubbio sul fatto di aver vissuto in Palazzo Erizzo…..Anche il libro d’esordio non va proprio bene essendo esattamente l’ultima, Carta Canta, di dieci precedenti pubblicazioni e cioè tre romanzi, una raccolta di racconti, tre pubblicazioni in Antologie e tre pubblicazioni sulla rivista Cultura e Dintorni. Trovo che quanto di più bello in questo romanzo sia del tutto innominato …:: il romanticismo la filosofia il sentimento diffuso di amore per e tra personaggi…Ma tutto serve e ogni critica è accettata, vorrei chiarimenti sulle legnosità dato che tendendo al miglioramento potrà essermi molto mutile conoscerne i termini. Grazie infinite

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