Inutile dirlo, i romanzi di Andrea Vitali sono sempre e comunque piacevoli da leggere; questo vale anche per “Cosa è mai una firmetta”, uscito per l’editrice Garzanti nell’ottobre di quest’anno.
Protagonista della vicenda è Augusto Prinivelli, perito industriale “con specialità in disegno meccanico”, impiegato presso la ditta Bazzi Vinicio Minuterie di Lecco, abitante a Bellano in un condominio di proprietà dell’anziana zia Tripolina, che gli ha affidato l’incarico di riscuotere ogni mese gli affitti degli inquilini dello stabile.
Il fatto è che ad Augusto Bellano va stretta; il suo sogno é di vendere, alla morte dell’anziana zia, lo stabile che erediterà, e di trasferirsi in città, a Lecco dove c’è più vita.
Ma il destino decide alla sua maniera; così il nostro Antonio al lavoro si innamora, ricambiato, della figlia del titolare della fabbrica, Bazzi Birce. La relazione si conclude felicemente con il matrimonio. Quando l’euforia iniziale della vita coniugale si sopisce, la nostra Birce concepisce… non un figlio ma un progetto, cioè una radicale ristrutturazione dello stabile di proprietà della zia di Augusto, Tripolina, per farne un moderno condominio, economicamente vantaggioso. In questo la Birce è appoggiata dal padre Vinicio, uno che di queste cose se ne intende.
Senza aspettare la morte dell’anziana zia, il progetto si potrebbe realizzare già da subito con la cessione della proprietà dello stabile ad Augusto da parte della zia Tripolina; cosa che sembra facile, anche perché ‘cosa è mai una firmetta’ sul documento di cessione?
Su questo, pur sostanzialmente d’accordo, Augusto tergiversa, tira a lungo la faccenda, mentre nello stabile arriva una nuova inquilina, una vedova di Colico che a Bellano gestisce una profumeria, la quale di notte fa degli strani lamenti che spingono la zia Tripolina a far ricorso al medico del paese…
A questo punto per noi è doveroso fermarci, per non togliere al lettore la sorpresa dell’inaspettata conclusione della vicenda.
Forse con questo romanzo non siamo al Vitali migliore, ma di Vitali il racconto ha tutte le caratteristiche, cioè la sottile ironia del narrare facile e piacevole, che non manca mai di una comprensione umana verso personaggi che, dopotutto, molto spesso siamo noi, rappresentati nella commedia umana del nostro mondo provinciale.