Eredi Piedivico e famiglia

SCAFFALE

Andrea Vitali sembra usare due diversi registri narrativi a seconda che il romanzo che sta scrivendo sia pubblicato dalla Garzanti o dalla Einaudi; le opere di quest’ultimo tipo, in un certo senso, sono meno “vitaliani”, più seri e pensosi… comunque divertono meno.
A questa categoria appartiene “Eredi Piedivico e famiglia” uscito per l’editrice Einaudi, appunto, nel 2024.
La storia narrata da Vitali potremmo considerarla all’insegna della più assoluta normalità, normalità naturalmente intesa con gli inevitabili sussulti che la vita comunque offre.
Figlio del veterinario di Manerbio, Oreste Piedivico, come da tradizione diventa anche lui il veterinario del paese e con una Benelli di terza mano gira per le case dei contadini a curare le loro bestie.
Dopo essere stato a casa degli Anzibene per problemi di un vitello, il dottor Oreste ci torna perché é stato attratto dalla figlia del fattore, Lidovina Anzibene, alla quale era già interessato anche Ottaviano Pendoli; la faccenda si risolve nella penombra nebbiosa del salottino di casa Anzibene dove la Ludovina, di fronte alla prospettiva di diventare la moglie di un fattore, sceglie un po’ confusamente di fare la “signora del dottore”, sposando il veterinario, mentre l’Ottaviano promette al padre un amore eterno per la mancata moglie.
I casi della vita portano la nuova famiglia alla nascita di un figlio, al ricovero di Lidovina in un sanatorio e alla tragica morte di Oreste in un incidente motociclistico.
Mentre il figlio, Felicino, viene sistemato in un collegio, dove seguirà un brillante corso di studi che lo portano alla laurea in legge, Lidovina cede al ritorno di Ottaviano Pendoli con cui si risposa e da cui nasce il figlio Silvestro che, come il padre, resterà in campagna a fare il contadino.
Felicino, ormai diventato un prestigioso avvocato, incontra e sposa Luigina, una donna pretenziosa dalla mentalità snob di una piccolo-borghese, che ha un po’ in uggia tutto quello che sapeva di campagna, dove invece Felicino tornava volentieri, anche perché aveva sviluppato un bel rapporto di amicizia con il fratello (pardon ‘fratellastro’ ci avrebbe corretto Luigina) Silvestro.
Il finale del romanzo, che naturalmente evitiamo di raccontare, gira attorno alla prestigiosa abitazione dell’avvocato Anzibene, scelta come status symbol dalla signora Luigina.
Con Andrea Vitali è comunque sempre un bel leggere, anche se siamo fuori dall’atmosfera che si respira a Bellano; c’è un senso di normalità nello scorrere della vita, anche se visti da vicino gli eventi che quotidianamente si susseguono, sono sconvolgenti, quando non tragici, per i personaggi, sempre colti dall’autore con un senso di pietas e di umana comprensione.

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