Noi tifavamo per lui; ricordiamo la nostra delusione e la rabbia quando fu tolto dalla gara e dalla vita, da due colpi di pistola nelle cucine di un albergo negli Usa; stiamo parlando, per chi non l’avesse capito, di Bob Kennedy, il fratello del presidente Usa John e del senatore Ted Kennedy.La vicenda di Robert, o Bob Kennedy è raccontata in “Esploreremo le stelle” di Eleonora Recalcati, edito nel set-tembre 2021 dalla Ulrico Hoepli editore di Milano.
La vicenda del libro è espressa nel sottotitolo: “Bob Ken-nedy e Jim Whittaker dai ghiacciai dello Yukon alle elezioni del ‘68”.
Lo Stato del Canada, per onorare la memoria di JFK, il presidente Usa, ucciso a Dallas, aveva deciso di intestargli una montagna inesplorata nella regione dello Yukon; Bob Kennedy, allora senatore Usa, spinto anche dal fratello Ted, aveva deciso di aggregarsi alla spedizione, guidata da Jim Whittaker, il primo scalatore americano a salire sull’Everest, che voleva conquistare la vetta di Mount Kennedy.
La prima metà del libro riguarda appunto questa impresa che si concluse con la conquista della cima su cui Bob Kennedy fu il primo uomo a mettere piede, piantandovi la bandiera Usa in ricordo del fratello.
Tra i due, Bob Kennedy e Jim Whittaker, in seguito a questa avventura, si sviluppò un’amicizia, che si estese alle rispettive famiglie, basata sui valori umani che la conquista di Mount Kennedy per entrambi implicava.
Per Bob era sfidare ciò che sembrava impossibile alla ricerca di un mondo migliore da costruire, continuando così l’impresa che il fratello non aveva potuto portare a compimento.
Per Jim Whittaker, partendo da posizioni sostanzialmente qualunquistiche e politicamente disimpegnate, si trattava di cominciare ad entrare nella dimensione politica in cui si muoveva Bob Kennedy, in cui le idee e le istanze sociali dovevano essere tradotte in azioni; Jim quindi gradual-mente, avendo Bob come riferimento, entrò nel clima di esigenza di cambiamento della società che ancor oggi si esprime parlando di ’68, quello che coinvolse soprattutto i giovani, noi tra loro, contro una società (o establishment, come si diceva allora) che con la cruenta guerra del Vietnam aveva raggiunto il punto di estrema degenerazione.
Bob Kennedy, sulle orme del fratello, aveva compreso che la società americana, per essere davvero democratica e socialmente giusta, doveva superare la fase tradizionale della egemonia bianca, per aprirsi alle minoranze di colore, a cominciare dai neri, che il fratello John aveva liberato dalla segregazione razziale, per arrivare ai chicanos di lingua spagnola. Con questo spirito Bob Kennedy era in corsa nelle primarie delle elezioni presidenziali americane del 1968; corsa interrotta, come si è detto, da due colpi di pistola.
Era il periodo tragico in cui ci fu chi pensò di spegnere tutto questo bisogno di cambiamento uccidendo prima il presidente Usa, John Kennedy, poi Martin Luther King e Malcolm X, ed infine Bob Kennedy; la risposta della inarrestabile storia fu comunque l’elezione, alcuni decenni dopo, del coloured Barrack Obama a Presidente Usa.