Filumena Marturano

TEATRO

Chiuso il Teatro Comunale e momentaneamente sospesa la 40^ Stagione Teatrale Thienese, la Rai3 ci ha fortunatamente consolato programmando una sua mini-stagione di 4 spettacoli di Eduardo De Filippo, che andranno in scena il giovedì sera; il primo spettacolo, presentato giovedì 12 marzo, in piena pandemia di corona virus, è stato un classico del teatro italiano “Filumena Marturano”, con Massimo Ranieri e Mariangela Melato come protagonisti.
La vicenda è ben nota; Filumena è una ex prostituta che Domenico Soriano, possidente e donnaiolo, si è preso in casa da ormai 25 anni. Ora Mimi, a 52 anni, sembra intenzionato a sposare una giovane cassiera di 22 anni, che fa entrare in casa come infermiera perché Filumena è malata.
Fatto chiamare il prete, in punto di morte Mimi per compiacerla sposa Filumena, che subito il matrimonio dopo guarisce. Su questo matrimonio reale ma estorto con inganno si svolge il serrato dialogo tra Mimi e la ‘neo-moglie’ Filumena.
Mimi fa intervenire un avvocato che convince Filumena a desistere perché il matrimonio estorto con inganno per legge non è valido; è allora che Filumena rivela a Mimi di avere tre figli illegittimi, ormai adulti e sistemati, che ha cresciuto con i soldi che gli ha sottratto nei 25 anni di convivenza, dei quali uno è suo.
C’è quindi il tentativo di Mimi di farsi dire chi dei tre è suo figlio, ciò che Filumena si rifiuta di fare perché “i figli sono figli”.
È per dare il nome a questo suo figlio che comunque Mimi decide di regolarizzare col matrimonio la sua posizione con Filumena, dando alla moglie e ai tre figli il suo nome.
L’amore materno contro il gretto interesse economico è il tema di fondo dello scontro titanico che si svolge tra i due protagonisti, interpretati in questa edizione da due grandi attori, un Massimo Ranieri, che di Eduardo ha persino le movenze, e una Mariangela Melato che ci mette la forza di un personaggio del teatro classico.
Si tratta certamente di uno dei capolavori del teatro italiano di sempre; uno spettacolo di valore assoluto, di quelli che ormai se ne vedono pochi: con un appunto, non una critica, da parte nostra.
Non sappiamo perché e come il testo originale di Eduardo De Filippo sia stato tradotto dal napoletano all’italiano, per quanto un po’ napolitaneggiante.
In Internet si trovano spezzoni originali di questo dramma interpretato dallo stesso Eduardo; non vogliamo assolutamente fare ingenerosi raffronti fra lui e Massimo Ranieri, che è comunque stato grande; vorremmo solo dire che, come per il siciliano di Andrea Camilleri o il veneziano di Goldoni, il dialetto napoletano di Eduardo va sentito nella sua integra musicalità, anche perché a farne capire il senso non sono solo le parole ma la gestualità recitativa dell’attore.

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