Giudizio universale

SCAFFALE

Cosa sta accadendo nella Chiesa cattolica? Abbiamo appena finito di leggere lo sconvolgente “Giudizio universale” di Gianluigi Nuzzi (ed. Chiarelettere, ott. 2019), che in Vaticano è scoppiato lo scandalo di Papa Ratzinger che si permette di criticare il suo successore Francesco, mentre su Rai 3 è andata in onda una trasmissione sull’opposizione che Papa Bergoglio incontrerebbe all’interno della Curia.
Il libro-inchiesta di Nuzzi, non facile da leggere e da capire, dimostrerebbe una situazione chiaramente espressa nel sottotitolo: “La battaglia finale di Papa Francesco per salvare la Chiesa dal fallimento”; ma quel che è scandaloso è che mentre siamo di fronte ad un default fallimentare delle finanze vaticane, i conti correnti personali di alcuni cardinali sono milionari (in euro o dollari), che ogni tentativo di Papa Francesco di limitare le spese sia disatteso, mentre il deficit aumenta vertiginosamente, inghiottendo anche, scandalo nello scandalo, gran parte dell’Obolo di San Pietro, cioè quelle offerte che i fedeli fanno direttamente al Papa perché le distribuisca in beneficienza ai bisognosi.
Tutto questo a fronte di un patrimonio vaticano impensabile e incalcolabile, gestito in modo scandalosamente inefficiente; si parla, per esempio, di un patrimonio immobiliare di quasi tre mila tra case e palazzi, che in affitti rendono alle casse vaticane una cifra ridicola.
Tutto questo, a leggere Gianluigi Luzzi, è scandaloso soprattutto di fronte agli occhi dei fedeli. Ma ben più grave è secondo noi l’opposizione che incontra Papa Francesco nella sua azione pastorale: alla sua idea della Chiesa dei poveri, si risponde con l’opulenza ostentata e non sempre disinteressata; la sua formale richiesta di correttezza e chiarezza amministrativa è stata largamente disattesa, si chiedono rendiconti che volutamente non vengono presentati.
Recentemente ci ha fatto una particolare impressione la notizia che alla opposizione di Papa Bergoglio abbiamo trovato il predecessore Ratzinger. Già oggi, anche qui da noi, e senza creare scandali, molte parrocchie possono funzionare solo con l’aiuto di diaconi, quasi sempre persone con famiglia; l’alternativa, certamente insufficiente, sarebbero le cosiddette ‘unità pastorali’ con, ad esempio, due parroci per tre parrocchie.
Noi possiamo solo immaginare quanto la scelta di diaconi sposati sia indispensabile in zone come l’Amazzonia dove un clero stabile praticamente non esiste.
Per questo dà enorme fastidio che uno come Ratzinger, che è stato papa e che ha volutamente rinunciato a continuare ad esserlo, se ne venga fuori con l’ormai impresentabile principio del celibato del clero cattolico.
Sembra quasi che non si consideri il problema anche alla luce del fenomeno della pedofilia nel clero cattolico, arrivando a toccare vescovi e cardinali; con una coraggiosa battaglia tuttora in atto Papa Francesco ha finalmente affrontato il fenomeno, considerando la pedofilia non come una malattia da curare, ma come un grave crimine che veramente grida vendetta agli occhi di Dio, se Cristo stesso ha consigliato a chi dà scandalo ad un bambino di gettarsi nel profondo del mare con una macina al collo.
Dà soprattutto fastidio che si faccia opposizione ad un Papa che ha lasciato i palazzi vaticani per vivere in due stanze a Santa Marta, proprio perché la sua azione pastorale è in coerente sintonia con il Concilio Vaticano secondo, dove si affermava il principio che la Chiesa è dei poveri, e non solo dei ‘poveri di spirito’, come a noi è toccato sentire.
Resta comunque sullo sfondo la terribile offesa che il Vaticano, con le sue allegre finanze, sta facendo a tutto il clero cattolico, che si dibatte tra mille difficoltà, anche economiche, per mantenere viva una fede religiosa sempre meno sentita e praticata, magari raccogliendo offerte che invece che a San Pietro, vanno a finire nei conti correnti personali di qualche cardinale affarista.

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