Terzo tomo della voluminosa opera con cui Antonio Scurati si è proposto di ricostruire la figura del duce Benito Mussolini; “Gli ultimi giorni dell’Europa” recentemente edito dalla Bompiani, copre gli anni del ventennio fascista che vanno dalle leggi razziali del 1938 all’entrata in guerra dell’Italia nel 1940 al fianco di Hitler.
Con la consueta meticolosità, basata su documenti d’epoca, Antonio Scurati ripercorre la vita del duce in un’ottica di progressivo avvicinamento a quella che era l’inevitabile conclusione cui mirava il fascismo mussoliniano, cioè l’entrata in guerra dell’Italia. Questo nonostante tutto e tutti, compreso Galeazzo Ciano, allora ministro degli esteri, oltre che genero di Benito Mussolini.
Inevitabile l’avvicinamento, più che altro una succube alleanza, del duce al dittatore tedesco Adolf Hitler che, col suo impietoso cinismo, giocherella con l’estasiato Mussolini come con un pupazzo.
Quando nel 1939 Hitler, col pretesto di inesistenti rivendicazioni territoriali, occupa la Polonia, costringendo di fatto la Francia e l’Inghilterra a scendere in guerra, Galeazzo Ciano insieme con i generali del regime, hanno sconsigliato il duce Mussolini ad entrare nel conflitto con l’alleato nazista, semplicemente perché l’Italia non era preparata ad una guerra moderna.
Addirittura sembra che nel ’39, all’apertura delle ostilità, Mussolini abbia concordato con Hitler in persona di procrastinare per tre anni, cioè fino al 1943 l’entrata in guerra dell’Italia, per dare modo al regime fascista di prepararsi adeguatamente.
Ma di fronte alla velocità con cui le truppe naziste stavano conquistando l’Europa non ancora fascista, Benito Mussolini, nella sua criminale vanagloria, temeva di perdere il treno della vittoria a fianco dei tedeschi; e quindi con l’Italia ancora impreparata al conflitto, con Galeazzo Ciano contrario, con Adolf Hitler infastidito dalle pressanti voglie di Mussolini di condividere la facile vittoria, a costo di un migliaio di morti, il 10 giugno 1940 dal balcone di piazza Venezia proclamò ad una folla esaltata che era giunta “l’ora del destino”.
A noi la lettura di questo terzo volume su Mussolini di Antonio Scurati ha suggerito almeno due considerazioni. La prima è che l’entrata in guerra dell’Italia nel 1940 è stata una scelta personale e criminale, contro ogni buon senso, di Benito Mussolini, che di questo dovrà sempre rendere conto alla storia.
La seconda è, di conseguenza, che bisogna smettere di condannare il fascismo solo per le leggi razziali, come oggi è d’accordo persino Giorgia Meloni; le colpe del fascismo mussoliniano sono anche ben altre e non meno gravi, a cominciare dall’avere imposto una dittatura che combatteva il concetto stesso di democrazia e libertà per finire alla scellerata, criminale scelta tutta personale ed irresponsabile del duce di portare l’Italia impreparata dentro ad conflitto che, finita la vanagloria dell’illusione della immediata vittoria a fianco di Hitler, ci porterà alla tragedia che ne è seguita. Questo è l’imperdonabile fascismo di Benito Mussolini.