“Avete capito? Quando voi fate 50 euro di benzina, 15 vanno alla benzina e al benzinaio e 35 vanno allo Stato, tra Iva e le famoooose accise sulla benzina, … è una VERGOGNA! E non solo noi chiediamo che non aumentino le accise sulla benzina … noi pretendiamo che le accise vengano progressivamente A-B-O-L-I-T-E! Quando io faccio 50 euro di benzina, il grosso deve finire nella mia macchina e non in quella dello Stato”.
Questo Giorgia Meloni sbraitava testualmente giusto qualche anno fa, nel 2019, in uno spot divenuto virale sui social oggi che lei è diventata premier.
La sua totale incoerenza politica è dimostrata dal fatto che, con lei capo del governo, non solo le accise sulla benzina non sono diminuite, né tantomeno a-b-o-l-i-t-e, ma tra il venir meno dell’aiutino di Draghi e i nuovi assurdi rincari del carburante, noi il diesel alla pompa recentemente l’abbiamo pagato 2,12 euro al litro.
A chi in questi giorni le ha ricordato questa sua presa di posizione, l’attuale premier, arrampicandosi seriosamente istituzionale sugli specchi, ha twittato che quella promessa faceva parte della campagna elettorale di allora e non dell’ultima, quella che l’ha portata a palazzo Chigi: purtroppo ancora una volta, ormai è prassi, è stata facilmente smentita da chi le ha letto che a pag. tot del programma elettorale della destra che ha vinto le recenti elezioni, puntualmente si leggeva proprio la promessa di diminuire le accise sulla benzina, nero su bianco!
Ma il grave di questa indecente farsa governativa è una frase che Giorgia Meloni ha pronunciato a sua difesa e cioè che: “Quando si è al governo, bisogna fare i conti con la realtà!”
In questa frase, a saperla leggere, c’è sottesa tutta una filosofia, secondo cui chi, come lei, per anni ha fatto opposizione, poteva tranquillamente prescindere dalla realtà, abbandonandosi a promesse velleitarie e irrealizzabili per chi ha la responsabilità di governo: abolizione delle accise, pensioni minime a mille euro al mese, ecc.
I sondaggi dicono che la farsa delle accise sui carburanti avrebbe fatto diminuire i consensi virtuali verso il governo Meloni; dopotutto, si tratta degli allocchi che avevano creduto alle promesse elettorali e che oggi, anche loro come Giorgia, devono “prendere atto della realtà”.
Facile prevedere che, nonostante il massiccio battage propagandistico delle reti pubbliche e private, nonostante la stupidità che gira on-line sui social, di penose cadute nel ridicolo delle promesse elettorali della destra al governo ne dovremo vedere ancora molte altre; naturalmente in attesa del nuovo pifferaio magico che attragga in massa gli elettori verso altre altrettanto irrealizzabili promesse elettorali, alla stregua di quegli stormi di uccelli che in cielo volteggiano in massa, seguendo le volute del loro capo-guida.
Nel frattempo quelli del PD avranno agio di decidere una volta per tutte sulla ridicola querelle che riguarda il voto on-line alle primarie!