Inaugurata alla presenza, fra gli altri, di Ilvo Diamanti e Paolini, resterà aperta fino al 10 dicembre la mostra “Bio Esseri” di Pino Guzzonato, allestita presso l’ex-chiesa, divenuta la sede museale di Ca’ Scarpa a Treviso.
Strutturata in quattro piani, la mostra sembra in qualche modo ripercorrere la carriera artistica di Pino Guzzonato che abbiamo avuto la fortuna di seguire nel suo meraviglioso evolversi ormai per più decenni.
In un sasso noi, distratti, vediamo un sasso; Pino, mettendoci una linea orizzontale e due occhietti di plastica, lo vede come un animale, inesistente ma vivo, catalogabile come un “bio essere”, un essere che vive anche se non esiste.
Salendo per i piani di Cà Scarpa si possono vedere i libri di Pino Guzzonato, quelli che l’artista comincia facendosi da solo la carta, macerando vecchi jeans, su cui poi imprime segni e figure, scritti di autori amici come Mario Rigoni Stern. Resta il dubbio se sia più importate il processo del crearsi la carta o quello che poi Pino ci imprime sopra.
Ma forse la parte più innovativa della mostra si trova al quarto piano, dove viene esposta la produzione artistica di Pino Guzzonato durante il lock down del Covid nel suo rifugio ad Acquasaliente, sul sopramonte di Schio.
“Queste figure – ha spiegato l’artista inaugurando la Mostra – mi uscivano fuori come un fluido, sembrava che esistessero davvero e che io stessi solo per liberarle: ero così assorto che nessuno poteva distogliermi dal vedermele spuntare tra le mani”.
Si tratta, a vederle, di statuine in argento non più alte di una decina di centimetri, finemente lavorate e con l’impiego di perle o biglie di vetro inserite nel metallo.
A ben guardare si potrebbero trovare elementi che provengono da culture antiche, come quelle egizie, o dalle statuine propiziatorie di molti popoli primitivi.
Ma è l’esito che è sorprendente; ognuna di queste statuine è un essere nuovo, inesistente ma vivo nella sua espressività.
Pino dice che tutti noi abbiamo dentro i nostri mostri e che si tratta solo di trovare il modo, come ha fatto lui, di farli uscire, dando loro una forma esteriore.
È in questo che, ai nostri occhi, Pino Guzzonato si conferma geniale artista; la sua capacità di rappresentare nel concreto di un materiale quello che è un suo pensiero, una sua idea, ciò che continua a sorprenderci di ammirazione.
Toccherà ora allo psicologo interpretare l’oggetto per risalire all’idea ispiratrice; a noi basta poter ammirare la fantasia che ha spinto Pino Guzzonato a popolare un mondo di nuovi esseri, inesistenti ma vivi, cioè i bio esseri.