“I nasse tuti bei!”

ATTUALITÀ

“I nasse tuti bei!” (nascono tutti belli) recita dalle nostre parti un proverbio popolare; chissà perché ci è venuto spontaneo pensarlo in occasione della nascita del governo Meloni.
È nella normalità, ormai ampiamente provata, che nel momento in cui si sta trasferendo sul nuovo governo l’enorme carico delle “buone intenzioni”, cioè le promesse della campagna elettorale, si sia pieni di entusiasmo sulle cose che si intendono fare, con l’avvenire che appare del tutto roseo.
Poi, lo sappiamo, la luna di miele governativa finisce e cominciano ad emergere le difficoltà, i dissensi, le divisioni, finché qualcuno (Salvini? Berlusconi?) deciderà di interrompere la millenaria ‘intera legislatura’.
Tempo un anno… toh, due anni, e siamo daccapo!
Magari con un nuovo mister fracassone che, promettendo mari e monti, ammasserà il voto degli italiani.
È la storia di sempre, quella dei Craxi, dei Berlusconi, dei Renzi, dei grillini e oggi della Meloni.
Sul Giorgia Meloni, primo premier donna in Italia, noi correttamente per il momento sospendiamo il giudizio, che altrimenti sarebbe fortemente negativo, vista la lotta per le ‘careghe’ in atto; che sia donna non c’è dubbio, che sappia fare il premier lo deve ancora dimostrare. Tempo al tempo.
Ci preoccupa di più l’elezione a presidente del senato di Ignazio La Russa, eletto con l’astensione di Forza Italia ma con i determinanti voti extra centrodestra. Mai come ora auguriamo tanta forza e tanta salute al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella!
Così come abbiamo trovato una inopportuna forzatura l’elezione di Lorenzo Fontana a presidente della Camera dei Deputati; più che un’elezione ci è sembrata una provocazione, una prova di forza del sovranismo nostrano contro il buon senso comune del popolo italiano. Insomma, il peggio del peggio.
A leggere poi la lista dei ministri del governo Meloni, chi non ha la memoria corta scoprirà che ben 11 di loro facevano già parte del governo Berlusconi 2008; sarebbe questo il nuovo che avanza?
Fastidiose ci sono risultate le esternazioni di Berlusconi sull’amico Vladimir, con cui si scambia bottiglie di liquore; sembra che il nostro non guardi mai i tg con le tragiche immagini delle catastrofi, delle fosse comuni, degli orrori, dello straziante dolore, che ci arrivano dall’Ucraina.
Un enorme fastidio ci ha invece dato la vera e propria apoteosi con cui Silvio Berlusconi è stato accolto in Senato dopo 9 anni di assenza, magari con l’ovazione degli stessi che a suo tempo avevano votato Ruby quale nipote di Mubarak; il grave è che nessuno dei cronisti saputelli che ci hanno entusiasticamente propinato tanta grandiosità, ha pensato opportuno ricordarci il perché dal Senato della Repubblica Silvio Berlusconi nove anni fa sia stato cacciato.
Tutto questo mentre con grande dignità, quella vera, quella di un grande uomo di Stato, un italiano di dimensione europea, Mario Draghi ha passato la campanella a Giorgia Meloni. Che abissale differenza!

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