I Pre-Raffaelliti a Forlì

ARTE


Una mostra completa del movimento artistico dei Pre-Raffaelliti è visitabile al Museo San Domenico di Forlì fino al 30 giugno; diciamo subito che si tratta di una mostra imponente, prima ancora che importante, su un complesso altrettanto imponente, se solo si pensa che nella struttura museale sono esposte qualcosa come 357 opere.
Per padroneggiare in parte questa sovrabbondanza artisti-ca è consigliabile presentarsi alla mostra con qualche nozione di base sul movimento dei Pre-Raffaelliti, sia per quanto riguarda i presupposti artistici da cui partiva che per la sua evoluzione.
Molto opportunamente gli espositori hanno predisposto un salone iniziale con alcuni esempi della pittura che ha storicamente preceduto l’imporsi dei grandi maestri rinascimentali italiani, a cominciare da Raffello Sanzio.
I critici distinguono oggi tre fasi nella nascita e nello sviluppo del movimento Pre-Raffaellita, fasi che sono ben presenti nella mostra, anche se, complice la struttura espositiva, non sempre ben rappresentate.
Ben sottolineato è il movimento iniziale di rottura, con un gruppo di giovani pittori che si ribellano alla pittura accademica basata su criteri e regole che si rifanno ai canoni rinascimentali di cui Raffello Sanzio fu un iniziatore; W. H. Hunt, J. E. Millais e D. G. Rosetti reclamarono il diritto di una pittura immediata, aderente alla realtà, senza curarsi dei canoni dettati della Royal Accademy.
Come spesso accade, le loro opere di rottura furono inizialmente non solo osteggiate ma persino derise, tanto che il termine stesso Pre-Raffaelliti nasce con una connotazione negativa.
Ma come sempre, e siamo alla seconda fase, il loro esempio venne imitato e alla lunga divenne scuola, imponendosi al gusto del pubblico per le novità che la loro pittura rappresentava nella staticità del mondo vittoriano.
Tanto da divenire a sua volta “scuola” con canoni e modelli da imitare, esaurendo in qualche decennio la forza innovativa per diventare routine accettata; questo mentre a Parigi era già cominciata un’altra rivoluzione artistica, la pittura di rottura del cubismo di Braque, che aprì le porte all’arte del ‘900.
Forse un modo per meglio capire la novità della pittura pre-raffaellita è quello di prendere in considerazione le opere che presentano i visi femminili. Alle Madonne ierati-che, dall’ovale del viso perfetto, che ispirano spiritualità o drammaticità, si passa alla pittura dal vero con la modella, dal viso naturale e realistico, una donna viva che, nella sua avvenenza, si può comunque incontrare in società perché è nella società che vive.
Applicando opportunamente questo schema di lettura alle opere esposte al Museo San Domenico di Forlì si avrà for-se il senso e lo spessore artistico della mostra dei Pre-Raffaelliti, che resta comunque un evento da non perdere.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *