Il cane che si morde la coda

ATTUALITÀ

Tutti di questi tempi ci stiamo lamentando del caro bollette, con cifre spropositate quando non impossibili. Naturalmente questo è solo un aspetto di un aumento generalizzato dei prezzi che, ci viene spiegato con dolente seriosità, deriva dall’aumento del prezzo delle fonti energetiche, che trascinano con sé a cascata ulteriori aumenti, fino ad arrivare a noi, consumatori; con il governo impotente che sta a guardare, promettendo una manciata di noccioline come palliativo.
Noi su Thienet, senza essere maghi, avevamo previsto già dai primi sintomi, che inevitabilmente la pandemia l’avremmo dovuta pagare noi consumatori, visto che tutti volevano in qualche modo rifarsi di quanto, con la pande-mia, avevano perso sul piano economico e commerciale.
Ora ci sembra facile prevedere che l’effetto dell’aumento del costo della vita sarà quello che di solito si esprime con la metafora del cane che si morde la coda.
Non essendo contestualmente aumentati stipendi e pensioni, l’aumento generalizzato dei prezzi fa automaticamente diminuire il nostro potere d’acquisto, e quindi consumiamo meno; i minori consumi inevitabilmente comportano una minor produzione di beni sia agricoli che industriali, e quindi minor richiesta di materie prime, da una parte, e di manodopera, dall’altra.
Viene così bruciato sul nascere quel tentativo di ripresa che si è registrato in questi mesi in vista di una sperabile fine della pandemia, con il ministro Brunetta che ha perfino millantato un supposto ‘boom economico’ per noi ancora fantasma, comunque non certo avvertibile a livello di consumatori.
E poi sentiremo la solita solfa di industriali e commercianti che si lamentano perché diminuiscono i consumi, quasi che con i prezzi aumentati a dismisura la gente non sia costretta ad acquistare di meno. E naturalmente diminuendo la produzione ci sarà anche minor bisogno di acquistare materie prime: il cane che si rincorre la coda, come si diceva.
Il grave è che, come lavoratori e pensionati, oggi abbiamo minor possibilità di difenderci; anzitutto perch<è, per merito di Matteo Renzi, i lavoratori possono essere licenziati senza giusta causa in caso di difficoltà dell’imprenditore, che così cerca di salvarsi mettendo sul lastrico le famiglie che con quel lavoro si mantenevano. Mentre, grazie a Bettino Craxi, non c’è più quella che oggi sembra una favola, cioè la ‘scala mobile’, il meccanismo secondo cui l’aumento dei prezzi faceva automaticamente aumentare, almeno parzialmente, anche i salari. E siccome ne abbiamo per tutti, resta sempre il fatto che, con l’aumento dei prezzi dei prodotti energetici, aumentano anche le cosiddette accise, cioè la tassa incamerata dallo Stato, intoccabili qualsiasi sia il governo in carica. La morale è che per l’aumento dei prezzi tutti piangono, tentando di scaricarne il peso su noi consumatori… finché il cane resterà senza coda.

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