Il caso Alaska Sanders

SCAFFALE

Abbiamo finalmente finito di leggere il romanzo di Joel Dicker “Il caso Alaska Sanders”, edito nel 2022 dall’editrice La nave del Tesoro. Quel finalmente significa che si tratta di un tomo di oltre seicento pagine, ciò che esclude la possibilità stessa di mantenere un equilibrio narrativo sopportabile.
Protagonisti sono uno scrittore, Marcus Goldman e il sergente Perry Gahalowood, impegnati a risolvere il caso della morte di AlasKa Sanders, avvenuta a Mount Pleasant, un paesino sperduto dello stato del New Hampshire, negli Usa.
Non ci peritiamo nemmeno nel tentare di riassumere la complicata trama della inchiesta condotta dai due per arrivare a scoprire la verità sulla morte violenta della giovane Alaska Sanders; c’è un aggrovigliarsi di casi e di situazioni che magari giustificano l’elevato numero di pagine.
La stessa Alaska, nell’evolversi del romanzo, è vista da diversi punti di osservazione, assumendo contorni di vita e di personalità continuamente diversi.
Uno stile narrativo che, a lettura iniziata, ci ha fatto ricordare come di Joel Dicker noi avevamo già letto ‘L’enigma della camera 622’, altro tomo che allunga in modo esasperante la narrazione.
Sembra che il metodo narrativo di Joel Dicker consista nel trattare la vicenda come un carciofo, che si mangia staccando foglia dopo foglia, finché si arriva al cuore della vicenda, cioè al finale.
È un metodo, e come tale va accettato, purché l’autore mantenga un ritmo narrativo tale da rendere sopportabile la lettura di una vicenda molto prolungata ed articolata.
“Il caso Alaska Sanders” è stato a lungo nelle classifiche estive dei libri più venduti; segno che la gente, magari in vacanza, ha più tempo per assecondare quanto gli autori propongono.
Noi non abbiamo critiche specifiche; il libro, a parte la lunghezza, si legge facilmente nella sequenza di episodi che spostano di continuo l’attenzione su questo o su quel personaggio. C’è un continuo dipanarsi di vicende collaterali che a volte, come quella di Eleanor, sembrano romanzi nel romanzo, non sempre ben collegate con la storia principale.
I personaggi, almeno quelli principali, sono ben abbozzati, molti ricostruiti a posteriori nel ricordo di chi narra.
Quello che manca, secondo noi, è il ritmo narrativo che data la mole delle vicende narrate ha una lentezza che scoraggia l’attenzione che la lettura di una vicenda thriller richiede.

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