Il Circolo Swedenburgh

SCAFFALE

Da tempo ci aveva incuriosito questo romanzo di Carlo Sgorlon, edito da Mondadori nel 2010; si tratta di “Il Circolo Swedenburg”, che potremmo in qualche modo definire un romanzo a sfondo filosofico sul tema del contrasto tra la realtà e quello che c’è oltre ad essa.
Protagonista del romanzo è Ermete Lunati Eudòxios, un italo-greco con una strana storia familiare; è infatti figlio di un ricco armatore greco che per avere un erede è ricorso alla segretaria italiana, consenziente, in quanto la moglie non poteva aver figli.
Ermete vive con la madre Marianna, mentre il padre, mai presente, lo assiste in tutto non solo finanziariamente ma anche con consigli.
Dopo aver frequentato l’Accademia navale di Livorno, Ermete si imbarca su una nave da crociera, il Liguria, che per una avaria deve fermarsi.
Nel periodo dei lavori Ermete incontra una ragazza rumena, Octavia, di cui si innamora; la ragazza, studiosa di arti ultra-terrene, per sopravvivere fa l’autista di camion.
Alla morte di entrambi i genitori Ermete si trova ad essere estremamente ricco, tanto da non aver bisogno di lavorare.
I due si sposano e vanno a vivere in un monastero abbandonato, dove Octavia può seguire le sue ricerche a livello universitario, mentre attorno ad Ermete di crea il Circolo “Swedenburg” che raccoglie i cultori di scienze non basate sulla razionalità, con un ampio spettro che va dall’esoterico al filosofico, la passione da sempre di Ermete.
Ad un certo punto, per allargare gli interessi filosofici del Circolo, Ermete decide di iniziare a pubblicare una rivista, “Arcana Mundi” che riceve contributi scientifici da tutto il mondo.
Il successo della Rivista, il cui titolo spiega bene l’ambito degli interessi intellettuali, naturalmente suscita delle gelosie, anche perché nessuno ha capito come Ermete possa avere tutta questa disponibilità di denaro, di cui per altro fa un uso estremamente generoso.
Nemico acerrimo di Ermete è il giornalista Pedrossi, corrispondente locale di un grande quotidiano, che porta ostinatamente avanti le ragioni del realismo letterario.
Quello che Carlo Sgorlon tratta in questo romanzo è quindi l’eterno contrasto tra chi crede solo nella realtà del reale e chi invece pensa che ci sia, in varie forme, qualcosa che trascende la pura realtà del “two and two is four, and nothing more”.

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