È nostra impressione che il vero, micidiale momento del passaggio dalla funesta e tutta da dimenticare epoca della presidenza Usa di Donald Trump, a quella di Joe Biden con la finalmente ritrovata normale dignità degli Usa come paese democratico, all’interno della cerimonia di insediamento del 20 gennaio a Washington, sia stata, più che altro, la lettura da parte della Youth Laureate Poet (Poeta Laureata dei Giovani), Amanda Gorman del suo poemetto in blank verse (versi liberi) intitolato “The Hill we Climb” (La collina su cui saliamo), che riportiamo integralmente, in una nostra traduzione, in altra parte di Thienet, distinguendo, come nostra abitudine, il fatto dall’opinione.
Ci sono in questo poemetto degli spunti che riteniamo opportuno sottolineare, anche perché rappresentano quella discontinuità con l’epoca di Trump che un po’ tutti (salvo Salvini e Meloni) da troppo tempo auspicavamo.
Bisogna forse chiarire che le nostre considerazioni sono ancora sotto l’incubo dello spettacolo dei fanatici trumpisti aizzati il 6 gennaio dall’ex presidente contro Capitol Hill, la sede stessa della democrazia americana.
Amanda Golmar, poetessa ventunenne, comincia il suo intervento con una domanda:
“Quando viene il giorno noi ci chiediamo dove possiamo trovare luce in questa ombra senza fine?”
Stiamo uscendo dal buio dell’epoca Trump e Amanda ritrova la fiducia, perché si sente tra:
Noi successori di un paese e di un tempo
in cui una magra ragazza nera
discendente degli schiavi e cresciuta dalla sola madre
può sognare di diventare presidente.
Una generazione di americani che si sta
battendo per un’unione che sia perfetta,
… un’unione che abbia uno scopo,
di forgiare un paese impegnato in ogni cultura,
colore, carattere e condizione umana
Consapevoli comunque che dobbiamo alzare
lo sguardo, non su ciò che sta tra noi
ma su ciò che sta davanti a noi.
Per cui dice Amanda
Colmiamo il solco perché sappiamo
che per mettere per primo il nostro futuro
dobbiamo prima mettere da parte le nostre diversità.
Per far questo dobbiamo deporre
le nostre armi per stendere le nostre braccia l’uno verso l’altro
Noi cerchiamo non il male di qualcuno ma l’armonia con tutti,
Non potevano essere che di un poeta le profetiche parole
E nessuno ci farà paura.
se saremo degni del nostro tempo,
allora la vittoria non poggerà sulla spada
ma su tutti i ponti che avremo costruito,
L’invito di Amanda è quindi
lasciamoci dietro un paese migliore di quello che ci hanno lasciato,
Mentre ci sentiamo orgogliosamente americani, sicuri che
se la democrazia può essere ritardata per un periodo,
non può essere sconfitta definitivamente.
E la nostra Amanda si sente di concludere:
Quando viene il giorno noi usciremo dall’ombra,
pieni di entusiasmo e senza paura,
la nuova alba fiorirà mentre la rendiamo libera,
perché ci sarà sempre la luce
se solo siamo tanto coraggiosi da vederla
se solo siamo coraggiosi da esser luce noi stessi.
Forse è solo una nostra impressione, ma non ci sembra difficle scorgere in queste parole di Amanda Golmar il programma politico e ideale della generazione che si lascia Donald Trump alla spalle.