Il mercante di Venezia

TEATRO

[Foto di Giuseppe Santamaria]
Finale col botto! Stiamo parlando della 43^ Stagione Tea-trale Thienese che si è recentemente conclusa con la famosa commedia di William Shakespeare “Il mercate di Venezia”, per la regia di Paolo Valerio e con Franco Branciaroli nel ruolo dell’ebreo Shylock.
Si tratta di un capolavoro drammatico di valore assoluto, intervenire sul quale con adattamenti può risultare abbastanza pericoloso, considerando comunque che il testo integrale oggi sarebbe non facile da rappresentare. In questo senso abbiamo apprezzato la regia di Paolo Valerio che, a parte qualche tecnicismo, ha sostanzialmente mantenuto lo spirito dell’opera.
Un’opera di Shakespeare per sua natura si gioca sulla recitazione del testo, ed è forse in questo, più che in altri aspetti, che va considerata.
Diciamo subito che Franco Branciaroli nella parte di Shylock è stato semplicemente grande, confermandosi attore di assoluto valore, con una misurata efficacia recitativa che ci ha consolato dopo una stagione non sempre all’altezza.
Buona anche l’interpretazione del personaggio di Antonio da parte di Piergiorgio Fasolo, mentre per gli altri (Porzia, Bassanio, ecc.) ci sentiamo di fare un discorso un po’ diverso. Ineccepibili se considerati al livello del teatro italiano dei nostri tempi, con una recitazione animata e vivace… ma non molto shakespeariani. Quel che vogliamo dire è che hanno interpretato modernamente dei personaggi che nell’originale sono abbastanza diversi; ma questo, se è un problema, è forse più che altro una questione di regia.
Si tratta comunque di sfumature, magari osservazioni personali, che non vanno certo ad intaccare il valore dell’opera rappresentata, la quale con il concorso di tutti gli altri elementi scenici, efficaci e coerenti col testo, va annoverata tra quelle di “grande teatro” che abbiamo visto nelle 43 Stagioni Teatrali Thienesi.
Una stagione quella che si conclude che, indipendentemente dal risultato del sondaggio raccolto fra il pubblico, è difficile da giudicare an-che perché, oltre agli aspetti legati agli sponsor, bisogna considerare il bacino del panorama teatrale italiano di oggi entro cui si è dovuto pescare gli spettacoli da presentare al Comunale; un panorama che, ad essere brevi, ci sembra manchi sostanzialmente di coraggio innovativo, limitandosi a rimasticare opere conosciute, teatrali o cinematografiche, con adattamenti che non sempre abbiamo gradito.

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