Il museo con una statua

ARTE

In uno dei nostri viaggi estivi siamo arrivati fino a Lussin piccolo, in Croazia dove ci hanno vivamente consigliato di visitare il ‘museo con una statua’; incuriositi da quella che ci sembrava quasi un’assurdità, siamo entrati nel ‘Musej Apoksiomena’ di Lussin piccolo.
In biglietteria, oltre al biglietto, ci hanno dato dei sopra-scarpe da indossare, cosa che ci ha in qualche modo intimorito, quasi per un eccesso di cautela per noi di difficile comprensione.
Dal piano terra siamo saliti al primo piano dove in alcune stanze erano esposte su pannelli luminosi le varie fasi dell’operazione di recupero, a partire dal ritrovamento in mare della statua in bronzo di un giovane atleta.
Viene poi minutamente descritto il delicato lavoro di recupero della statua in fondo al mare, con le varie fasi dell’intervento e le mille precauzioni prese per non comprometterne l’integrità.
Fasi del recupero che sono ancor meglio spiegate in un filmato a ciclo continuo in cui si vede la statua prelevata dalla sua millenaria dimora per essere riportata, con mille precauzioni, in superficie.
In un secondo piano del museo viene dettagliatamente de-scritto il restauro in laboratorio della statua. Secondo gli esperti si tratta della statua di un giovane atleta alto 192 cm. rappresentato nell’atto di detergersi dopo un allena-mento. Nella mano destra stringeva un raschietto di me-tallo (lat. strigilis) che serviva per rimuovere la polvere e il sudore dal corpo unto d’olio.
Secondo gli studiosi, la scultura fu probabilmente realizza-ta secondo un prototipo della metà del IV secolo a.C. di Daippo, figlio del celeberrimo scultore greco Lisippo.
Sempre secondo le ipotesi, la statua era probabilmente a bordo di una nave romana per essere trasportata non si sa dove, e si ipotizza che sia stata gettata in mare per al-leggerire il carico durante una tempesta.
Dopo essere rimasta per quasi due millenni adagiata sui fondali sabbiosi tra l’isolotto di Vele Orjule e l’isola di Lus-sino, nel 1999 è stata avvistata del tutto casualmente du-rante un’immersione dal turista belga Rene Wouters.
Nel lavoro di restauro è stato possibile appurare che la statua era composta di 7 pezzi che sono successivamente stati uniti con giunture difficili da individuare anche con le moderne tecnologie.
Al terzo piano del museo finalmente si vede la statua, che si presenta su un piedistallo in mezzo ad una stanza inso-norizzata e continuamente sorvegliata. L’emozione che si prova è forte non solo per il trovarsi di fronte ad un re-perto millenario ma soprattutto per la bellezza della sta-tua, per l’armonia e l’equilibrio delle forme umane e per quel senso di mistero che traspare, quasi fosse un contat-to con l’eterno della bellezza.
Uscendo dal museo, inaugurato nel 2016, non si può evita-re di pensare che, se a Lussino attorno ad una sola statua hanno organizzato un museo di tre piani, cosa potremmo fare noi in Italia dove i reperti dell’antichità sono innume-revoli e riempiono i magazzini dei nostri musei.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *