Ci eravamo augurati che l’esperienza del coronavirus, che ci stiamo faticosamente lasciando alle spalle, fosse servita ad insegnarci qualcosa, ma ci stiamo rendendo conto che non è così.
Nel momento clou della pandemia, girava per l’Italia uno spirito nuovo, basato sulla solidarietà sociale. Dal covid19 dovevamo tutelarci non solo per un fatto di salute personale ma anche in una dimensione sociale; questo sentirsi se stessi in una dimensione sociale, doveva essere la premessa di fondo per ripartire, dopo la pandemia, in modo diverso, più sensibili e coscienti della situazione in cui eravamo precipitati.
Eravamo perfettamente coscienti che il ‘dopo’ non poteva essere come il ‘prima’ la pandemia, che bisognava ripartire su altre basi, più a misura del nostro benessere personale e insieme della salute pubblica.
Avevamo giorno per giorno non solo il tragico bollettino dei malati, ma anche quello dei medici e del personale medico, impegnati in una eroica guerra a difesa della nostra salute, con le vittime incolpevoli che morivano per le carenze in cui abbiamo lasciato andare il sistema sanitario nazionale.
Purtroppo, da ingenui ma non troppo, pensavamo che la ripresa sarebbe stata per il meglio, per una maggiore coscienza verso la salute pubblica e l’ambiente, sapendo comunque di dover affrontare dei sacrifici, fare delle rinunce, per il bene nostro e di tutti.
Ora dobbiamo prendere atto che l’inizio della ripresa ha preso la strada esattamente contraria a quella da noi auspicata; invece che verso il meglio, stiamo sprofondando dritti dritti verso il peggio.
C’è anzitutto una scarsa responsabilità verso quanto le autorità governative e sanitarie consigliano, disattendendo troppo spesso e con leggerezza, le raccomandazioni, con il sempre imminente pericolo di una ripresa della pandemia.
Avevamo auspicato che in Parlamento si instaurasse un clima di collaborazione, rimandando al dopo le inevitabili polemiche; invece in Parlamento ci si ribecca giorno per giorno, quasi qualcuno pensi di avere la bacchetta magica che gli altri si ostinano ad ignorare.
Il governo Conte ha fatto quel che ha potuto fare, data la situazione, ne diamo atto; non gli perdoniamo però una cosa: di aver mandato agli arresti domiciliari qualcosa come 346 mafiosi, comprese persone in regime di 41bis. Consideriamo ogni forma di pietismo verso queste persone una colpevole complicità; se le carceri sono pericolose, si cambiano le carceri, adeguandole alle necessità, ma non si liberano i prigionieri; quanti di questi, chiediamocelo, torneranno dentro?
Quasi per beffa, la notizia di questo inaccettabile provvedimento è arrivata il giorno stesso in cui, per reati connessi con il coronavirus, erano state arrestate 86 persone colluse con la mafia; cosa li hanno arrestati a fare, se poi gli altri li mandano comodi a casa propria.
E questo ci introduce al punto più dolente, cioè lo sfruttamento della pandemia per fare soldi; i casi riportati dalla cronaca di questi giorni sono sconsolanti, se il malaffare è riuscito ad arrivare fino al responsabile della Regione Sicilia, nominato proprio per combattere il diffondersi della pandemia; punito, naturalmente, con gli arresti domiciliari.
Tutto questo mentre sta sempre più montando una mentalità secondo cui sembra che la pandemia sia colpa di qualcuno, il governo in questo caso, che dovrebbe quindi risarcire i danni provocati alle attività industriali e commerciali; la destra scatenata chiede ossessivamente l’elargizione di aiuti ‘a fondo perduto’, senza chiedersi dove si dovrebbe andare a prendere la massa di soldi per risarcire tutti. Di danni, morali e materiali, ne abbiamo subito tutti; sostenere che qualcuno ce li debba risarcire è una illusoria provocazione. Intanto però, per rifarsi di quanto perduto, stanno aumentando i prezzi.
Ecco quindi che uscendo dalla pandemia, l’Italia ha imboccato la peggior strada possibile, quella di tentare di rifarsi economicamente sugli altri, rompendo l’incanto di solidarietà sociale che si era creato; c’è da impallidire di fronte alla considerazione di quanti dei fondi stanziati
dal governo, dall’Europa, ecc. inevitabilmente andranno a finire nelle casse della mafia e delle consorelle, mentre il peso economico della ripresa cadrà come sempre su lavoratori e pensionati. Insomma… peggio del solito schifo.