Tutto da mesi, nonostante un tardivo recupero di Trump, lasciava presagire che Joe Biden ce l’avrebbe fatta a battere Donald Trump e diventare il 46° Presidente Usa per i prossimi 4 anni.
Ora che questa speranza a lungo coltivata è finalmente diventata realtà, ancora prima di inneggiare al winner, ci permettiamo alcune considerazioni su queste del tutto strane elezioni negli Stati Uniti.
La prima considerazione è proprio la loro atipicità; da sempre eravamo abituati ad un duro confronto democratico tra contendenti, in cui sul piano dialettico si andava giù pesanti, per poi cavallerescamente riconoscere a fine giornata stessa il risultato e quindi il vincitore.
Stavolta, causa la pandemia che Trump ha bellamente snobbato, con risultati del tipo 121 mila nuovi casi di contagio nella sola giornata di ieri, solo sabato pomeriggio abbiamo potuto ufficialmente conoscere il nome del nuovo Presidente Usa, cioè Joe Biden.
Un’altra stranezza di queste elezioni presidenziali Usa è il fatto che, avendone la possibilità, per evitare il pericolo del contagio da coronavirus, circa 100 milioni di americani hanno scelto di votare per posta. Con la scusa di fantomatici, ma per ora non dimostrabili brogli elettorali, cui nemmeno gli stessi Repubblicani credono, Trump avrebbe voluto non considerare i voti dati per posta da qualcosa come, ripetiamo, oltre 100 milioni di elettori. Addirittura, man mano che i margini del suo iniziale vantaggio si assottigliavano, avrebbe voluto bloccare e annullare persino le operazioni di scrutinio in corso.
Trump, ridicolizzandosi, ha parlato apertamente di frode, proprio mentre tutti si chiedono se ci sia almeno uno straccetto di prova per sostenere tale ridicola accusa.
Al momento, in attesa che finalmente si esauriscano le operazioni di spoglio ancora in corso in alcuni stati e si arrivi finalmente alla proclamazione ufficiale del vincitore Joe Biden, dobbiamo sorbirci le scomposte reazioni, non tanto dei repubblicani e del suo entourage, ma di Donald Trump in persona, con magari uno dei figli che aveva stupidamente denunciato il pericolo di un Joe Biden ‘marxista’. Così, col passare delle ore, “The Donald” diventa sempre più patetico e isolato nella sua rabbiosa ed incivile reazione.
Aggiungiamoci pure il nostro sovranista da operetta, Matteo Salvini, che ormai da tempo politicamente non ne imbrocca una di giusta e che la settimana scorsa girava con una mascherina propagandistica con la scritta Donald Trump, dietro a cui, ignorato, sbava da tempo; il giornale britannico on-line, ‘The Indipendent’ lo ha definito il ‘cheerleader’, cioè il “ragazzo pon pon” di Trump.
Per finire magari a Steve Bannon, il guru dei sovranisti globali, un tempo consigliere dello stesso Trump, che in una puntata di “The War Room” (La stanza della guerra) se ne è uscito con una affermazione secondo cui Trump a questo punto dovrebbe ‘far decapitare’ Anthony Fauci, capo della task-force messa in campo da Trump contro la pandemia, e Christopher Wray, direttore del Fbi, “e impalare le loro teste ai cancelli della Casa Bianca”. Una truce espressione che persino Twitter si è sentita in dovere di censurare.
Per fortuna che tutto questo ridicolo lerciume, se non è finito, con il gentleman Joe Biden come Presidente Usa, passa in seconda linea e per 4 anni respiriamo.