La casa nova

TEATRO

“ In tre zorni e in tre notti ho butta zo “La Casa Nova”. Tanto bastò al grande Carlo Goldoni per scrivere nel 1760 questo gioiello teatrale che piacque non solo al pubblico e alla critica dell’epoca ma soddisfò anche l’autore tanto da dire “ Credo che mi sia lecito di preferirla a molte altre e di collocarla nel numero delle mie dilette”;
La commedia “La Casa Nova” recentemente vista al Comunale di Thiene all’interno della XL Stagione Teatrale, con la regia di Giuseppe Emiliani, vuoi per la piacevolezza e naturalezza del testo letterario, la simpatia dei personaggi, la vivacità dei dialoghi, il ritmo incalzante, il dialetto veneziano, i costumi, le scenografie che erano supportate da proiezioni virtuali, con tanto di volo di uccelli e pioggia cadente, ci è piaciuta molto…
La trama ruota intorno a due novelli sposi Anzoletto e Cecilia alle prese con un costoso trasloco; potremmo dire che hanno fatto il passo più lungo della gamba. Cecilia ambiziosa e capricciosa vuole sempre di più, Anzoletto è innamorato e debole, incapace di opporsi alle richieste della consorte e, dopo aver dilapidato la sua ricchezza , si troverà nell’impossibilità di far fronte ai creditori e di non poter dare la dote a sua sorella Meneghina (che non sopporta la cognata), promessa sposa a Lorenzino.
La storia è confusa e intricata ma Goldoni a questo punto ci fa conoscere ‘barba’ Cristofolo, lo zio onesto ricco e laborioso, e le siore Checca e Rosina due sorelle pettegole che abitano al piano superiore e che sono cugine di Lorenzino; sarà Checca con abilità leggerezza e astuzia a convincere barba Cristofalo, dopo che Cecilia ha ammesso di essere la responsabile del disastro economico, a perdonare i nipoti; e sarà lui lo zio che, ritrovando l’affetto che lo lega loro, a pagare tutti i debiti e a convincere i due sposini a lasciare la casa nova troppo costosa per le loro finanze, oltre a dare a Meneghina la sua dote e poter cosi convolare a nozze.
Giuseppe Emiliani ha messo in scena uno spettacolo elegante ed ha avuto il pregio di ben caratterizzare tutti i personaggi: Piergiorgio Fasolo è perfetto nel burbero e tenero zio, deliziosa Stefania Felicioli nella parte della siora Checca , sicuro Valerio Mazzuccato nella parte di Sgualdo, il capomastro che difende il salario dei vari tappezzieri camerieri…. tutti bravi nei ruoli di “contorno” il gruppo di attori diplomati alla Scuola dello stabile che danno vita al primo spettacolo di un progetto di Compagnia Giovani condiviso con la Regione Veneto.
Alla fine la compagnia ci regala una scena bellissima : i servitori( in attesa del nuovo trasloco) ammassano con un disordine ben ordinato tutti i mobili e dipinti che abbiamo visto spostare durante lo spettacolo posizionandosi fra essi ….un quadro… Tanti e convinti gli applausi.

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