[Presentiamo qui sotto la nostra traduzione in italiano della poesia “The Hill we Climb” (La collina su cui saliamo), letta dalla giovane poetessa Amanda Gorman nella cerimonia di insediamento del nuovo Presidente Usa Joe Biden il 20 gennaio 2021; consideriamo questo testo come programmatico della New America che, senza illusioni ma fiduciosa in se stessa, si lascia alle spalle le macerie della presidenza Trump per guardare ad un futuro di speranza.]
LA COLLINA SU CUI SALIAMO
(THE HILL WE CLIMB)
Quando viene il giorno noi ci chiediamo
dove possiamo trovare luce in questa ombra senza fine?
La perdita che sopportiamo è un mare che dobbiamo guadare,
abbiamo sfidato il ventre della bestia,
abbiamo appreso che la quiete non è sempre pace,
e le norme e le nozioni di ciò che semplicemente è,
non è sempre giustizia.
E tuttavia l’alba è nostra, prima ancora di saperlo,
in qualche modo ce l’abbiamo fatta,
comunque abbiamo resistito e testimoniato
una nazione che non si è frantumata
ma è solo incompiuta.
Noi successori di un paese e di un tempo
in cui una magra ragazza nera
discendente degli schiavi e cresciuta dalla sola madre
può sognare di diventare presidente
per il solo fatto di trovarsi a recitare per un presidente.
E, sì, siamo lontani dall’essere raffinati,
lontani dall’essere immacolati,
ma ciò non significa che noi
non ci stiamo battendo per un’unione che sia perfetta,
che noi cerchiamo di plasmare un’unione che abbia uno scopo,
di forgiare un paese impegnato in ogni cultura,
colore, carattere e condizione umana.
E così alziamo lo sguardo, non su ciò che sta tra noi
ma su ciò che sta davanti a noi.
Colmiamo il solco perché sappiamo
che per mettere per primo il nostro futuro
dobbiamo prima mettere da parte le nostre diversità.
Noi deponiamo le nostre armi per allungare le nostre braccia l’uno verso l’altro
Noi cerchiamo non il male di qualcuno ma l’armonia con tutti,
che il mondo, se non altri, dica che è vero:
che anche quando eravamo afflitti, siamo cresciuti
anche quando feriti, avevamo speranze
anche quando stanchi, abbiamo tentato,
noi saremo legati per sempre insieme,
vittoriosi,
non perché noi non conosceremo ancora la sconfitta
ma perché noi non semineremo mai più divisioni.
La Scrittura ci dice di immaginare che ognuno siederà sotto la propria vite e il proprio fico.
E nessuno ci farà paura.
se saremo degni del nostro tempo,
allora la vittoria non poggerà sulla spada
ma su tutti i ponti che avremo costruito,
questa è la promessa per arrivare alla radura,
la collina su cui saliamo
se solo osiamo farlo.
Essere Americani è più di un orgoglio che ereditiamo
è il passato in cui entriamo e come lo ripariamo.
Abbiamo visto una forza che avrebbe frantumato la nazione
piuttosto che condividerla,
avrebbe distrutto il nostro paese
se avesse ritardato la democrazia,
e questo tentativo è quasi riuscito,
ma se la democrazia può essere ritardata per un periodo,
non può essere sconfitta definitivamente.
In questa verità, in questa fede noi crediamo
Perché finché avremo gli occhi sul futuro
la storia avrà i suoi occhi su di noi
Questa è l’era della giusta redenzione,
ne abbiamo temuto l’inizio,
non ci sentivamo pronti ad essere eredi
di quest’ora terrificante.
Ma dentro questo orrore abbiamo trovato la forza
di scrivere un nuovo capitolo,
di offrire speranza e sorrisi a noi stessi.
Così mentre una volta ci chiedevamo
come potessimo avere la meglio sulla catastrofe,
ora noi affermiamo
come può la catastrofe avere la meglio su di noi?
Non marceremo all’indietro verso ciò che è stato
ma ci muoveremo verso ciò che dovrà essere
un paese ferito ma intero, caritatevole ma coraggioso
fiero e libero,
non ci faremo distogliere o fermare dalla intimazione
perché noi sappiamo che la nostra inazione e la nostra inerzia
sarebbero la nostra eredità per la nuova generazione.
I nostri errori diventerebbero i loro gravami,
ma una cosa è certa:
se noi uniremo la misericordia con il potere
e il potere con il diritto
allora l’amore sarà il nostro lascito
e cambierà il diritto di nascita dei nostri figli.
Quindi lasciamoci dietro un paese
migliore di quello che ci hanno lasciato,
con ogni respiro del mio bronzeo petto,
trasformeremo questo mondo ferito in uno meraviglioso,
ci alzeremo dalle colline dai rami dorati dell’ovest
ci alzeremo dal nord-est spazzato dal vento
in cui i nostri padri per primi fecero la rivoluzione,
ci alzeremo dalle città circondate di laghi degli stati del midwest,
ci alzeremo dal sud bruciato dal sole,
noi ricostruiremo, ci riconcilieremo, guariremo
e ogni nicchia conosciuta della nostra nazione
e in ogni angolo chiamato paese
il nostro popolo, diverso e meraviglioso, emergerà
malconcio e bello.
Quando viene il giorno noi usciremo dall’ombra,
pieni di entusiasmo e senza paura,
la nuova alba fiorirà mentre la rendiamo libera,
perché ci sarà sempre la luce
se solo siamo tanto coraggiosi da vederla
se solo siamo coraggiosi da esser luce noi stessi.