Forse i nostri navigatori ultimamente avranno colto una nostra difficoltà, come Thienet, ad uscire regolarmente on-line con nuovi articoli.
Non è certo che manchino argomenti, le occasioni culturali a Thiene e dintorni sono tali e tante che è letteralmente impossibile seguirle tutte puntualmente.
La difficoltà nasce piuttosto dal fatto che siamo profondamente delusi dalla situazione politica che stiamo vivendo in Italia.
Si badi bene, il governo Meloni ha tutti i titoli per esistere come espressione democratica della scelta elettorale del popolo italiano. Un discorso sulla qualità democratica del sistema di informazione pubblica attualmente esistente, ci porterebbe troppo lontano e comunque fuori dal seminato.
Questi primi mesi di governo, pur considerando l’inesperienza, hanno già ampiamente dimostrato che Giorgia Meloni è brava in piazza ma non come premier di un governo; come non ricordare il suo proclama “le accise sulla benzina non vanno abbassate, vanno a-b-o-l-i-t-e!”, cui non ha corrisposto un comportamento coerente perché, sono parole sue, “quando si è al governo bisogna fare i conti con la realtà!”.
Anche se impietoso, non possiamo non confrontarla col suo predecessore Mario Draghi.
Per avere un’idea sulla sua inadeguatezza basterebbe considerare che Giorgia Meloni, accettando l’incarico di premier, ha giurato fedeltà ad una Costituzione che già aveva già in programma di stravolgere.
Ma quello che più ci delude della situazione italiana è che la ormai ventennale ‘deregulation’ morale portata dal berlusconismo (a Berlusconi, come persona, auguriamo un pronto ristabilimento e tanta salute!), con i disvalori diventati valori, sembra essersi normalizzata al punto da diventare persino meritoria; un massiccio condono fiscale viene fatto passare per una “rottamazione delle cartelle fiscali”, qualcosa di efficientistico e non di scandaloso e immorale.
Che la destra, una volta al potere, pensi ad occupare tutti gli spazi disponibili, è nell’ordine naturale delle cose, tanto che ormai per la Rai si parla di tele-Meloni. Alla tv pubblica si aggiungano le tv private (quelle berlusconiane, escludendo i ‘comunisti’ della 7) e si avrà l’idea di quanto squilibrato sia il sistema di informazione da cui il cittadino dovrebbe ricavare le informazioni necessarie per farsi un’opinione responsabilmente critica.
Resta il discorso dell’opposizione che, tutta presa dalle proprie ristrettezze mentali, non riesce a fare sintesi politica attorno ad una proposta alternativa, con continue fughe estemporanee che vanno inevitabilmente a rafforzare la maggioranza.