Cinquanta opere di autori diversi nel tempo e nello spazio, uniti dal filo della ricerca della “Forma dell’infinito”; questa è in sostanza la Mostra allestita a Casa Cavazzini, museo di arte moderna e contemporanea di Udine, inaugurata il 16 ottobre e che resterà aperta fino a fine marzo del prossimo anno.
Basterebbe l’elenco degli autori esposti per rendersi conto dello spessore della mostra, artisti come Monet, Cézanne, Matisse, Kandinskij, Boccioni, Picasso, Vedova, Fuchs, Sisley, Kupka, Lentulov, Nesterov, ciascuno dei quali viene colto nel tentativo di dare una risposta ad un problema che è profondamente umano, cioè cosa sia e quindi come si possa rappresentare l’infinito in mezzo al quale siamo tutti immersi.
Naturalmente ognuno di noi, e quindi anche ognuno degli artisti presentati in mostra ha un suo modo di vedere e rappresentarsi l’infinito.
C’è chi lo vede nella profondità dell’orizzonte che solo in apparenza, come una fata Morgana, si congiunge visivamente con il cielo, chi nel gioco di forme delle montagne, chi magari è costretto a vedere l’infinito dalla cella di un carcere o dalla finestra di una stanza, chi vede l’infinito nel perenne e talvolta possente moto ondoso del mare; c’è quindi chi l’infinito lo sente dentro di sé e tenta di dargli forma in astrazioni, come, fra gli altri, Boccioni, Kandinskij ed Emilio Vedova. Chi cerca l’infinito nell’ascesi della preghiera, chi nel perenne ciclo della vita, col continuo rinnovarsi delle stagioni.
Non mancano, ed è un pregio non indifferente della Mostra, autori che sono, almeno a noi, poco noti e poco esposti, ma che hanno uno spesso artistico rilevante, comunque anche loro coinvolti in questa ricerca umana sulla forma dell’infinito.
A dare una interpretazione coerente a questa continua ricerca di infinito da parte dell’uomo, è il curatore stesso della Mostra, don Alessio Geretti, il quale dice:
“Il desiderio di tutto ciò muove l’evoluzione stimola le arti e inquieta il cuore. L’arte dà forma a questa tensione incan-tevole e misteriosa, rappresentando intuizioni, enigmi, no-stalgie, ricerche, preghiere o, per chi vede solo la materia e il tempo che sfugge, il dolore di una finitezza senza pro-spettive e senza senso. La sfida di ogni arte, specialmente nell’età moderna e contemporanea, è far venire alla luce che l’uomo è una gigantesca domanda di infinito. Nella mostra linee, colori e materie hanno il potere di farcelo sfiorare”.
Resta da dire che, visitata questa Mostra, scendendo al piano inferiore si può visitare la Galleria di Arte Moderna e Contemporanea di Udine, che presenta una serie di opere di artisti di grande valore.