La gran balla del Fisco …amico

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Per coprire le proprie vergogne proverbialmente basterebbe una foglia di fico; non per il governo Meloni, che invece ha scelto di nascondere dietro la balla tutta metaforica del ‘Fisco … amico’, l’ultima immorale boutade del “governo degli evasori fiscali” che ci è stata in questi giorni propinata con un indecente battage della più becera propaganda, comunque non certo in grado di coprire la vergogna che si vuol nascondere.
Essendo noi incapaci di contenere la nostra repulsione verso gli esaltatori del ‘Fisco amico’ entro limiti non perseguibili, ci limitiamo a riprodurre, citandoli, alcuni titoli che ci sembra siano appropriati alla grandiosa trovata.
Su La Repubblica on-line del 13 marzo abbiamo letto:
“Irpef, multe e contributi. Il perdono della destra cancella 600 miliardi” (di Giuseppe Colombo) (ansa): “Con le nuove misure per l’Agenzia delle Entrate l’esecutivo rinuncia a metà dei crediti fino a oggi non riscossi… – e prosegue: –
ROMA – La grande rinuncia vale 600 miliardi. Si arrende, lo Stato. Ai grandi evasori, ai piccoli imprenditori falliti, agli autonomi infedeli che tali restano nonostante i pignoramenti e i prelievi sui conti correnti. A se stesso, soprattutto. Perché i 600 miliardi in questione sono dovuti: tasse, contributi, multe. E invece questi soldi non arriveranno mai nelle casse pubbliche”.
Sempre su La Repubblica on-line del 13 marzo Valentina Conte, in un articolo dal significativo titolo “Il governo dei 18 condoni. Ogni mese un aiuto agli evasori”, scrive:
“ROMA – L’ultimo arrivato è il “condono Inps-Inail”. Una sanatoria sui contributi previdenziali e assicurativi non versati dalle imprese. Le sanzioni si fanno piccole. Le rate lunghe. Paghi un po’. E via il pensiero. È la filosofia di questo governo di destra: «Non disturbare chi fa». Anche se fare significa evadere”.
Abbiamo poi i cartelli commentati di Maurizio Crozza in un suo recente sketch dal titolo “Fratelli da oggi abbiamo un amico in più, il Fisco amico”:
“Stralci, rottamazioni, conciliazioni, ravvedimenti, sanatorie sugli scontrini, sanatorie sull’iva, sanatorie per il nero di magazzino, scudi penali” insomma un Fisco che Crozza definisce più che altro “trombamico”, tanto che a lui sembra che il Fisco, un po’ sadomaso, quasi goda a non farsi pagare.
Sempre Crozza ci fa leggere altri cartelli:
“Il Messaggero: Rottamazione cartelle, oltre 1200 miliardi di tasse e multe non pagate”.
“Il Sole-24 ore: Tasse ed evasione fiscale. Quasi il 70% delle imposte dovute dai lavoratori autonomi non viene versato”.
A questo punto anche a Crozza vien da chiedersi: ”Ma i soldi, Fisco amico, da chi li prendi?”
Gli risponde, riportando un cartello presentato nella sua trasmissione, Lilly Gruber che pone la domanda: Chi paga le tasse in Italia?” È così che si scopre che:
– Un italiano su due non paga le tasse;
– Il 40% dei contribuenti dichiara meno di 15 mila euro l’anno;
– solo l’1,2% dei contribuenti dichiara più di100 mila euro l’anno;
– Il 14% dei contribuenti paga due terzi di tutte le tasse.
A questo punto Crozza propone al restante 86% di fare almeno un turnover, anche perché:
Se tutti pagassero, la pressione fiscale potrebbe diminuire di almeno il 20%.
Di fronte a tutto questo a noi vien da pensare che il “Fisco amico” sia solo una gran balla, insomma l’immorale foglia di fico inventata dal ‘governo degli evasori!’, qualcosa che ci riporta al “milione di posti di lavoro” di Berlusconi, o alla “Buona Scuola” di Renzi!

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