Qualche sera fa il Tg3, riferendo quanto emerso dal Forum Economico di Davos, diceva che il responsabile dell’economia della Comunità Europea nel suo intervento aveva definito “inadeguata” la legge finanziaria che, blindata, era stata approvata a fine anno dal Parlamento italiano, mentre da parte dell’Europa si ‘auspica’ che anche il nostro Parlamento finalmente, ultimo ed unico, ratifichi il Mes.
A noi questo intervento è sembrato una severa bacchettata, se non proprio una bocciatura, fatta dall’Europa all’operato i nostri attuali governanti; ma noi forse siamo di parte perché secondo il solito mantra del portavoce di FdI, Foti, “anche oggi l’Europa ha riconosciuto i grandi risultati raggiunti dal governo Meloni”.
Dopo la massiccia occupazione di fatto dell’informazione della Rai, con l’esodo delle menti più libere passate alle reti private, adesso la disinformazione sta diventano sistematica al punto da essere meschinamente plateale; nemmeno la pubblicità del ‘bianco più bianco’ si abbassa a tale ridicolo livello.
In questi giorni abbiamo poi dovuto apprendere che il saluto romano non è apologia di fascismo, perché non c’è imminente il pericolo che qualcuno con esso intenda far rinascere il Pnf, partito nazionale fascista di Benito Mussolini.
Eppure quelle persone che, con quello che possiamo definire ‘un sano esercizio di stretching’, negli stadi e nelle piazze fanno il saluto romano, noi, con un minimo di conoscenza della storia nazionale, le consideriamo inevitabilmente ed idealmente accumunate a quanti, durante il ventennio fascista, con lo stesso gesto inneggiavano al duce. Volenti o nolenti.
Con la sostanziale differenza che mentre Mussolini metteva in carcere chi cantava ‘Bandiera rossa” o chiudeva a pugno il braccio alzato, oggi, dopo una guerra mondiale, una lotta di liberazione e una mal digerita democrazia, a loro è data la libertà di esprimere il richiamo ai disvalori che, sempre conoscendo la storia, i nostri soldati hanno pagato con immani sofferenze e con la morte in Africa, in Russia, in Grecia e dovunque li ha mandati, impreparati e male equipaggiati, colui che, avendo abolito la democrazia, veniva osannato con lo stesso … sano esercizio di stretching.
Ormai, e ne siamo fortemente preoccupati, sta dilagando, a tutti i livelli, un sistematico travisamento della realtà, una già attivata applicazione nell’opinione pubblica di una realtà artificiale con cui ci presentano ciò che interessa loro farci credere, indipendentemente dalla realtà dei fatti. Stiamo andando verso il 1984 di Orwell.
Non sappiamo come la storia chiamerà, questa fase della degenerazione democratica che stiamo vivendo, o come la considerino i nostri giudici: per noi questo è fascismo!