Di questi tempi, ad ogni tg, siamo sgomenti; con sempre maggior apprensione ci chiediamo cosa stia maturando nella situazione internazionale.
Mentre continua la feroce guerra in Ucraina, con bombardamenti, droni e morti di civili, sul fronte dei combattimenti la situazione sembra essersi impattata, anche se ogni sera entrambi i contendenti vantano successi, avanzamenti del fronte di alcuni metri.
Poi, ecco che improvvisamente Hamas mette in atto un feroce attacco lanciando più di mille razzi su Israele; che, per difendersi, risponde mettendo a ferro e fuoco la striscia di Gaza.
Altro, ennesimo, episodio di una guerra infinita, in cui a nostro parere, si esula dal buon senso. Lo Stato di Israele, cui nel 1948, all’indomani dell’Olocausto, l’Onu aveva assegnato un territorio ben delimitato dove gli ebrei avrebbero potuto insediarsi, è frutto di un’operazione fatta a tavolino, senza tener conto della realtà, cioè che quel territorio era abitato da palestinesi. Il culmine si ebbe a Gerusalemme che ben tre religioni rivendicano come proprio centro spirituale.
Crescendo, ad Israele il territorio assegnato dall’Onu diventò sempre più stretto, per cui si colse ogni pretesto di manifestazione ostile da parte dei palestinesi, che rivendicavano il loro territorio, per allargare militarmente i confini dello Stato, mentre sono continuati incessanti i nuovi insediamenti, cioè le occupazioni di fatto di nuove aree, poi difese con la forza perché rivendicate come territorio proprio.
Un punto nodale da considerare in questo conflitto in atto da decenni è il senso della vendetta: ogni sopruso, ogni attentato subito da una parte va vendicato con maggior forza dall’altra, creando il pretesto per un ulteriore vendetta, che a sua volta dovrà essere vendicata; una spirale di violenza che nessuno sembra avere il buon senso di interrompere.
Ci si permettano alcune considerazioni; la prima, ci chiediamo se qualcuna delle parti in lotta possa davvero pensare ad una vittoria che comporti la distruzione totale del nemico. Davvero qualcuno pensa che i palestinesi possano arrivare ad eliminare tutti gli israeliani, o che gli israeliani possano voler eliminare tutti i palestinesi, per diventare padroni unici e assoluti di tutto il territorio? Non sarebbe più saggio decidere di dividersi il territorio creando due stati, con confini chiari e sicuri?
Davvero Israele può pensare ad un olocausto dei palestinesi che a Gaza aspettano con ansia i nostri aiuti umanitari per sopravvivere; e se Hamas in un giorno invece di mille razzi su Israele ne lanciasse, facciamo 100, o meglio ancora, non ne lanciasse affatto, la popolazione palestinese di Gaza non avrebbe forse meno o alcun bisogno di aiuti umanitari?
Resta poi il problema che in questo momento nel mondo ci preoccupa di più, e cioè che la violenza degli eserciti in campo, in Ucraina come in Russia, in Israele come in Palestina, per tacer d’altro, si esercita, mirata e feroce, contro le popolazioni inermi che non possono difendersi.
Eserciti super armati con moderne armi micidiali combattono feroci contro asili, scuole, chiese, contro quaranta bambini scannati… A noi sembra che ognuno, vantando le sue ragioni e i suoi torti, stia consumando una ennesima, immane strage di innocenti.