L’amore ai tempi del colera

SCAFFALE

Ci capita talvolta di imbatterci in opere letterarie che, nel nostro parossistico correre quotidiano non eravamo riusciti a leggere e che casualmente si ripresentano, magari dopo anni alla nostra attenzione.
Non sappiamo se sia stata complice anche l’imperversante e concomitante pandemia, ma recentemente ci siamo ritrovati fra le mani il romanzo “L’amore ai tempi del colera” di Gabriel Garcia Marquez, ri-edito dalla Mondadori 2020.
Il romanzo è certamente un prodotto tipico della letteratura sudamericana, con caratteristiche di novità rispetto alla letteratura occidentale, di cui Marquez è certamente un maestro.
La vicenda narrata è quella di un amore durato esattamente “cinquanta-tre anni, sette mesi e undici giorni, cioè “praticamente tutta una vita” tra Florentino Ariza e Fermina Daza, che si conclude felicemente su un solitario battello sul fiume.
L’idillio, più che altro platonico, era nato in gioventù, osteggiato dal padre di lei che l’aveva opportunamente allontanata dal paese, finché non si era presentato un pretendente più quotato, il dott. Urbino, con cui era convolata a nozze, con tanto di viaggio nuziale a Parigi, e due figli; insomma una relazione giovanile troncata e l’accettazione di una vita ‘normale”, senza sentimento, mentre sullo sfondo, opportunamente in distanza, Florentino proseguiva nel suo amore, cercando di far carriera per potersi un giorno degnamente presentare a lei.
Questo non senza che Florentino nel contempo collezionasse una lunga serie di squallide avventure con donne che a lui chiedevano, e a cui lui poteva dare, solo sesso, compresa una nipote educanda che finirà suicida.
Pur in questo abbruttimento, Florentino riuscirà a conservare per decenni intatto il suo amore nascosto per Fermina, finché un giorno, per un banale incidente domestico, il dott. Urbino morirà, lasciando Fermina vedova.
La partita amorosa riprenderà, dopo qualche difficoltà, con Florentino che farà una corte assidua a Fermina, fino a convincerla a fare un viaggio in uno dei battelli della compagnia di cui è diventato presidente; un viaggio durante il quale Fermina finalmente accetta il suo amore.
Un viaggio che Fermina vorrebbe non finisse mai, per non ritornare alla banalità della vita quotidiana; e al capitano cui è chiesto di invertire la rotta e che si chiede quanto dovrebbe durare “questo andirivieni del c…” Florentino Ariza risponde: “Tutta la vita!”
Si tratta di un classico letterario della letteratura latino-americana, di cui siamo lieti di aver recuperato la lettura.

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