Lettera alla tribù bianca

SCAFFALE

“Lettera alla tribù bianca” di Alex Zanotelli, editrice Feltrinelli, marzo 2022, per chi è minimamente attento alle dinamiche sociali dei nostri tempi, è una vera e propria sberla in faccia. Si tratta, metaforicamente parlando, di una lettera che le popolazioni dell’Africa hanno incaricato Alex Zanotelli di recapitarci, per farci sapere il loro punto di vista nei riguardi del mondo occidentale generalmente inteso.
La lettera ripercorre in modo sintetico ma efficace, le varie fasi delle relazioni tra il mondo occidentale e i popoli dell’Africa; relazioni che, non senza un nostro disagio, partono dalla tratta degli schiavi portati nelle Americhe, il periodo coloniale, concepito essenzialmente come forma di sistematico sfruttamento da parte degli europei, fino all’attuale fase di immigrazione in Europa di persone che in Africa non hanno prospettive dopo la fine del disastroso colonialismo bianco.
Il linguaggio usato nella lettera è quello tipico, semplice e concreto, ma estremamente efficace di Alex Zanotelli, che dopo l’esperienza africana, si è ritirato a vivere a Napoli, nel quartiere Sanità.
Il percorso storico della Lettera è ben delineato; dallo schiavismo dell’’800, al razzismo del ’900 che con le teorie naziste ha portato all’Olocausto, fino all’attuale suprematismo che sembra basato solo sul fatto di una supposta e indimostrabile superiorità della razza bianca sulle genti di altro colore; suprematismo bianco che spinge dei fanatici alle stragi che abbiamo recentemente visto negli Usa, mentre da noi si colora di stupido nazionalismo con il “prima gli Italiani” di Matteo Salvini.
Alex Zanotelli non poteva certo evitare di toccare il fenomeno dell’immigrazione, un’altra fase dello sfruttamento dei bianchi sulla gente di colore, che una sistematica spogliazione ha impoverito la loro terra al punto da costringerli a cercare altrove la possibilità di costruirsi una vita.
Naturalmente la “Lettera alla tribù bianca” di Alex Zanotelli non manca di proporci una possibile soluzione che, visti gli errori del passato e del presente, deve muoversi all’insegna di una “umanità plurale”, in cui cioè non ci siano ingiustificabili supremazie, ma il riconoscimento dell’altro come uguale, magari con gli stessi diritti, uscendo finalmente da quella che Zanotelli chiama la ‘bolla coloniale’.
Da parte nostra resta da notare che con questa Lettera Alex Zanotelli ci porta dentro le recenti encicliche di papa Francesco, basate sul concetto di sentirsi fratelli, figli di un unico padre; un concetto che rende tragicamente assurdo quanto sta avvenendo in Ucraina.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *