L’inverno dei leoni

SCAFFALE

Se il precedente romanzo di Stefania Auci, “I leoni di Sicilia” era un romanzo in salita, l’ascesa della famiglia Florio, questo “L’inverno dei leoni”, uscito nel maggio ’21, per l’editrice Nord, può essere definito un romanzo ‘in discesa’, con la loro progressiva caduta. Riassumere le 680 pagine del romanzo nelle 50 righe che di solito ci permettiamo, sarebbe praticamente impossibile. Basterà dire che al centro della vicenda ci sono due personaggi Ignazio Florio e la bella moglie Franca. Il loro rapporto, pur nell’opulenta e ostentata ricchezza, tipica se si vuole dei parvenu, è tutt’altro che un tranquillo menage famigliare. Basti pensare che si vedono morire ben tre figli, compreso l’unico maschio, quello che avrebbe dovuto continuare la dinastia dei Florio, sempre che questa fosse resistita nel tempo. Ignazio, pur orgoglioso della sua bella moglie, è un donnaiolo inveterato, che crede di farsi perdonare tornando a casa con un costoso gioiello, di cui Franca ha una ricca collezione. È la suocera Giovanna da una parte e la cognata Giulia dall’altra che alla lunga creano il personaggio che Franca vuole rappresentare nella buona società non solo palermitana, ma anche italiana e persino europea, tanto è grande l’impero dei Florio. Giovanna fa capire a Franca che la ‘dignità’ di una Florio richiede la sua accettazione delle scappatelle del marito, ben oltre il rapporto d’amore da cui è nato il matrimonio. Giulia, da parte sua, mentre l’impero dei Florio si sta lentamente disfacendo, per disavventure finanziarie e avversioni politiche, in uno stretto colloquio fa capire a Franca che ormai è lei che rappresenta, costi quel che costi, l’onore e la dignità di essere una Florio. E Franca accetta di svolgere con coraggio la sua parte; cerca di mantenere il tenore di vita dei bei tempi, ormai non più compatibile con le finanze di famiglia sempre più esigue. Alla fine mentre il marito Ignazio, rientrato in famiglia dopo una relazione extraconiugale, è ormai ridotto ad una larva di se stesso, è la moglie Franca che, pur ridimensionata in tutto, comprese le forti perdite al tavolo di gioco, riesce tenacemente a mantenere intatta la dignità dei Florio, unico vero valore rimasto dopo la dissoluzione del loro impero economico. Interessanti all’interno del romanzo gli agganci storici, con la presenza di personaggi come Francesco Crispi, Gabriele D’Annunzio, il pittore Boldini ed altri, fino a Benito Mussolini. Un variegato quadro d’ambiente è anche la ricostruzione dell’ambiente della vita sociale di quella che possiamo considerare l’aristocrazia borghese dell’epoca; va da sé che in un romanzo di 680, non può mancare qualche caduta di ritmo narrativo facilmente perdonabile a Stefania Auci che in due romanzi ha ricostruito con forza ed efficacia narrativa la saga dei Florio.

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