L’ispettore generale

TEATRO

[foto di Giuseppe Santamaria]
Con la recente messa in scena de “L’ispettore generale”, la 43^ Stagione Teatrale Thienese ha sparato quella che si potrebbe definire una cannonata di grosso calibro. Complice soprattutto un testo classico di Nikolaj Gogol, ma anche l’adattamento e la regia di Leo Muscato e naturalmente un cast di attori decisamente di qualità.
La trama è relativamente semplice: in uno sperduto paesino della steppa russa (ci vorrebbero tre giorni a cavallo per arrivare ad un qualche confine) il podestà legge ai maggiorenti l’annuncio dell’arrivo in incognito, imminente o già avvenuto, di un ispettore generale. Alla sorpresa seguono lo sgomento e il gioco delle varie ipotesi.
Tra cui il fatto che nella locanda del paese soggiorna da qualche settimana, insieme al suo servo, uno spiantato cittadino di Pietroburgo, che in qualche modo finisce per venire identificato come l’atteso ispettore generale.Il fatto è che in paese sono molti ad avere qualcosa che sarebbe per loro meglio l’ispettore non venisse a conoscenza; sono le quotidiane occasioni con cui dalla propria posizione si cercano di trarre benefici e guadagni non tutti leciti, il solito giro di bustarelle con cui si fanno e si chiedono i favori.
Il quadro di insieme che ne esce è quello di una comunità corrotta e corruttibile, ma che deve comunque mantenere una parvenza di onestà e religiosità, che Gogol guarda con un misto di ironia ma anche di bonarietà umana.
Una volta resosi conto della situazione il nostro spiantato di Pietroburgo, sta al gioco e accetta comprensivo. sotto forma di prestiti ‘a fondo perduto’, tutti i compromessi ben retribuiti che gli vengono proposti dai vari personaggi locali per chiudere un occhio, anzi due.
Accetta persino l’ospitalità del podestà, resiste alle moine della moglie ma si fidanza con la figlia, finché raccolta una somma sufficiente, insieme col servo, parte per Pietroburgo; non prima di aver mandato ‘Al Signor Gogol’ una lettera in cui descrive la sua avventura; lettera che aperta dall’ufficiale della posta fa capire al Podestà e agli altri di aver preso un grosso abbaglio.
Il tutto, naturalmente, mentre viene annunciato l’arrivo, stavolta per davvero, dell’ispettore generale.
La messa in scena vista al Comunale di Thiene, pur adattata dal regista, mantiene comunque le caratteristiche della letteratura russa, con uno studio approfondito, spesso spietato o disilluso, dell’animo umano che crea drammi presentati in forma d romanzo o di dramma teatrale.
Abbiamo apprezzato l’ambientazione ed anche i costumi tipici, meno i continui cambi di scena di un sipario rotante.
Ben caratterizzati i personaggi, più di una decina, che nell’insieme sulla scena hanno ben reso l’atmosfera e il gioco dell’ipocrisia umana che si voleva rappresentare.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *