Luciano Zampese presenta “Promemoria” di Luigi Meneghello

CULTURA

Grande occasione culturale ieri pomeriggio, 28 gennaio, all’Auditorium “Fonato” di Thiene, nell’ambito delle iniziative per il Giorno della Memoria 2023, che a Thiene ha ormai per tradizione un importante programma, dovuto soprattutto all’impegno del prof. Giannico Tessari.
Luciano Zampese ha presentato l’opera di Luigi Meneghello, “Promemoria”, di cui ha recentemente curato la seconda edizione.
Mattia Maculan ha aperto con l’efficace esecuzione di un’opera musicale in otto parti che, ci è stato in seguito spiegato, era stata in parte composta nel campo di concentramento di Terezin e nella quale l’autore ha cercato di esprimere i sentimenti da lui provati in quella tragica esperienza.
Proprio da qui, la prof.ssa Raffalella Corrà è coerentemente partita per introdurre con lucidità ed efficacia la sua presentazione del tragico momento storico. Che è doveroso ricordare, arrivando quindi a dare la parola al prof. Luciano Zampese, che di Luigi Meneghello noi consideriamo ormai il massimo studioso e profondo conoscitore.
Noi eravamo coscienti che, per capire a fondo la Resistenza partigiana, senza indulger alle annose polemiche ancora in corso, sarebbe bastato leggere ”I piccoli maestri”, che Meneghello scrisse nel 1964; basti ricordare che contro ogni esaltazione eroica, il giovane studente divenuto partigiano aveva concluso dicendo che “non eravamo mica buoni a fare la guerra!”.
Con la stessa lucidità, fatta di rigore scientifico e di sensibilità umana, a noi sembra che Luigi Meneghello sia entrato nel merito della Shoah.
Di enorme interesse è stato quanto proposto da Luciano Zampese parlando di alcuni articoli, poi raccolti in “Promemoria”, in cui Meneghello aveva toccato gi° nel 1953 il problema dell’Olocausto, proprio nel decennio in cui, almeno in Italia, sembrava esserci la tendenza ad ignorarlo se non a rimuoverlo dal ricordo.
C’era in Meneghello un aspetto tutto personale: la moglie Katia era stata nel lager nazisti, dove la sua famiglia era praticamente annientata. Gigi, il marito aveva intuito, ‘quasi per osmosi’, il dramma che lei aveva vissuto e continuava a vivere, anche se non amava parlarne.
A noi sembra che Meneghello sia partito da questo dramma personale, ne abbia studiato le immani proporzioni attraverso le poche opere che a suo tempo erano state pubblicate, portando la Shoah di fronte alla coscienza di tutti.
Con la efficacia e la precisione espressiva che ci ha sempre affasciato, Luciano Zampese ha svolto il suo preciso e documentato discorso dicendoci sostanzialmente che anche noi, come Luigi Meneghello, dobbiamo non limitarci alla retorica delle pur doverose manifestazioni intese a tener vivo il ricordo, ma dobbiamo in qualche modo interiorizzare la Shoah e sentirla sul piano personale e umano, oltre che su quello storico.
Luciano Zampese ci ha confermati in una nostra teoria, tutta personale, secondo cui la storia va sì doverosamente studiata sul piano scientifico, ma poi per ‘capirla’ bisogna cercare di viverla, o meglio riviverla’ immedesimandosi per quanto possibile in quanto avvenuto.
Anche l’Olocausto va quindi prima studiato e poi sentito, cercando di immedesimarci nell’orrore delle storie personali che milioni di persone hanno vissuto.
Ancora una volta l’autore de “I piccoli maestri”, nelle mani di Luciano Zampese, è diventato un grande Maestro di vita.

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