Non saremo certo noi, per coerenza, a dare alle recenti elezioni in Sardegna un significato più ampio e diverso di quello che hanno avuto nell’isola in cui si sono svolte, restando comunque elezioni di valenza regionale.
Con questa sostanziale e doverosa premessa, passiamo a dire che, anche per il clamore mediatico che hanno suscitato, ad alcune considerazioni si prestano, non sappiamo se, e sempre, generalizzabili.
Non intendiamo neppure entrare nel merito dei numeri, soprattutto di quei 5 mila voti disgiunti con cui si sarebbe materializzata la vendetta di Salvini, con la sconfitta del candidato imposto da Meloni; un fatto che, se accertato, per coerenza reclamerebbe le dimissioni del governo.
Dalla Sardegna, proprio per come sono andate le cose, viene l’occasione di fare una considerazione, che noi andiamo ripetendo da decenni: “Uniti si vince!”
In Sardegna il centrodestra si è presentato diviso, soprattutto sulla scelta del candidato presidente, e puntualmente ha perso, di poco, ma perso.
Il centrosinistra, pur senza grandi speranze, si è presentato unito attorno ad una candidata credibile, attirando consensi anche fuori della propria area, ed ha vinto, al filo di lana, ma vinto. Uniti si vince! Ricordiamocelo.
Vincere, in questo caso, vuol dire governare la Sardegna per 5 anni; è una assunzione di responsabilità che non può essere preso alla leggera. Anche qui, noi vorremmo partire da una nostra considerazione: la lista vincente è una lista di centro-sinistra; nessuno adesso pretenda che faccia solo scelte di sinistra, così come nessuno può pretendere che faccia solo scelta politiche di centro, sempre che questa espressione abbia un senso.
Ci sarà, come è logico vista la composizione della lista, bisogno di mediare tra tendenze diverse; e mediare, intendiamo, nel senso di trovare un compromesso accettabile, senza irrigidirsi su posizioni non condivise da tutti.
Ai vari Calenda, Renzi, Bonino e alle cinquanta sfumature della sinistra più sinistra, noi indichiamo come la Sardegna ci ha insegnato che è in una logica di area, non di singolo partito che si può contribuire a governare.
Se poi, come si sente dire in giro, le elezioni regionali della Sardegna per davvero contribuissero a segnare l’uscita dalla scena politica di Matteo Salvini, allora sì, sarebbe proprio una grande vittoria, nazionale per non dire europea.