Come da noi caldamente auspicato, Andrea Vitali è tornato a Bellano, dopo una sua avventura in un incubo ambientato in una specie di nowhere.
È tornato a Bellano con il romanzo “Nessuno scrive al Federale”, edito dalla Garzanti lo scorso ottobre 2020.
E a Bellano ritrova i soliti personaggi, a cominciare dal maresciallo Ernesto Maccadò, che è tutto preso dalle emozioni di neo-padre di un bel maschietto, Rocco, che la dolce moglie Maristella gli ha appena partorito.
D’altronde non è che a Bellano ci siano grossi problemi a distoglierlo dalla gioia della paternità; attualmente infatti il problema a Bellano sembra essere quello di trasformare la tradizionale festa della Befana adattandola ai nuovi tempi e facendola diventare una Befana fascista.
Su questo è impegnata oltre ogni limite Fusagna Carpignati, responsabile bellanese delle donne fasciste, che in nome dei nuovi tempi vuole sostituire la vecchiaccia dispensatrice di doni ai bambini, con una Befana giovane e procace, all’insegna di quella ‘Giovinezza’ che è l’inno ufficiale del partito fascista.
Sui suoi disegni, dal Federale provinciale, è incaricato di sorvegliare l’attuale segretario del Pnf bellanese, Caio Scafandro, per non dare troppo spazio alle donne, come gli è stato imposto dall’alto; mentre lui è impegnato, corrompendo con minacce il procaccia (postino), Erminio Fracaccia, ad intercettare le lettere al Federale con cui qualcuno potrebbe far conoscere ai superiori un suo passato non proprio in linea con l’imperante ideologia fascista.
La scelta di trasformare la tradizionale festa della Befana nella Befana fascista ha colpito particolarmente Scudiscia, perpetua del prevosto di Bellano a cui, per tradizione, toccava il ruolo e la gloria di Befana e che, contando sulla per lei puntuale triplice sequenza delle disgrazie, si augura che anche in questo caso: “Dio vede e provvede!”.
Queste vicende si intersecano con la storia del direttore delle Regie Poste, Miriano Bagnarelli, detto Gnegnè per un suo difetto di pronuncia, di cui sono innamorate le due impiegate, e a cui un barbiere sprovveduto (tosatore di pecore) taglia la frangetta proprio mentre intende fare le sue avance alla Carpignati, di cui è follemente innamorato ma che lei non vede, perché impegnata nell’organizzare la Befana fascista a Bellano.
Dire come andò la festa della Befana a Bellano quell’anno significherebbe togliere la suspense alla succosa storia raccontata dal ritrovato Andrea Vitali.
Qui lo scrittore ha ritrovato il suo mondo, quello dove le piccole vicende umane, come una festa della Befana, diventano imprese eroiche, compiute da personaggi che lui sa guardare con tutta la simpatia e l’umanità che li rende reali agli occhi del lettore.
Bentornato a Bellano, Andrea Vitali!