Mai come quest’anno l’occasione della Pasqua comporta l’augurio di una resurrezione; questo evidentemente a prescindere dall’aspetto religioso, con la vittoria di Cristo risorto dalla morte in croce.
Di questi tempi l’augurio di una resurrezione si allarga fino a coinvolgerci tutti in una aspettativa di uscire dall’incubo che stiamo in questi mesi vivendo.
Gli esperti oggi hanno detto che, anche se la situazione in Italia sembra migliorare, è un po’ illusorio pensare di vedere la luce in fondo al tunnel, pronosticare una fase due, poi una fase tre; dal corona virus non usciremo finché non si trova il vaccino.
Oggi al tg abbiamo sentito che in Cina, a Wuhan, si registra il fenomeno del contagio di ritorno, mentre è stato trovato infettato di covid-19 un ragazzo di 15 anni che vive nella foresta amazzonica.
Una forma di resurrezione che ci auguriamo, sarebbe quindi che la scienza e la ricerca fossero riconvertite a favore dell’uomo, del suo benessere e della sua salute, abbandonando altri fini, magari più lucrosi, ma spesso nocivi, se non distruttivi.
Sarebbe una vera resurrezione se la politica, italiana ed europea, pur nella diversità delle idee e delle opinioni, fosse unanimemente impegnata a rasserenare la vita di noi cittadini; ma su questa non ci facciamo illusioni, soprattutto di fronte alle squallide, assurde battaglie parlamentari tra maggioranza e opposizione, con in prima fila i 2 Mattei, proprio mentre la battaglia infuria; se solo pensassero ai molti medici e infermieri che, in mancanza di adeguati mezzi di protezione, sono morti per curare gli altri.
L’Europa comunitaria, con nostra enorme delusione e disgusto, non si è dimostrata all’altezza della situazione; hanno sì generosamente aperto la borsa del credito all’Italia perché sanno che dopo bisognerà restituire, con gli interessi, quanto prestato; ma, attraverso i ‘corona bond’ l’Italia chiedeva una corresponsabilizzazione di tutti gli stati membri attorno ad un’emergenza che è cominciata in Italia ma che si sta estendendo ad altri stati. Sul piano della solidarietà la risposta è stata negativa: hanno vinto i tecnocrati, ha perso l’Europa unita.
Ma forse la vera resurrezione che in questa Pasqua ci auguriamo, è quella che deve coinvolgere tutti noi, ciascuno in prima persona; lo slogan “io resto a casa” non serve solo per salvarci dal corona virus sul piano personale, ma anche per evitare di eventualmente trasmetterlo agli altri; non ricordiamo un gesto così semplice che abbia una così grande duplice valenza sul piano individuale e su quello sociale, un gesto di cura personale e insieme di solidarietà verso gli altri.
Resurrezione sarà anche, se non soprattutto, quella in cui saremo chiamati ad impegnarci quando potremo ripartire, con la consapevolezza che il prima non può più ritornare e che il dopo da costruire deve essere migliore, anche per evitare il ripetersi di quanto stiamo soffrendo.
Buona Pasqua di Resurrezione!