Per fortuna che l’Europa c’é!

ATTUALITÀ

Lasciateci usare una metafora calcistica di stagione: tutte le velleità della nostra nazionale di calcio sono miseramente (e indegnamente) naufragate appena abbiamo dovuto misurarci su una dimensione europea.
Se questo è purtroppo vero per il calcio, lo è ancor di più per la politica, come hanno chiaramente dimostrato le recenti elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo.
La premier Meloni, con una forsennata campagna elettorale all’insegna della dispar-condicio e con lo slogan ‘scrivete Georgia’, dichiaratamente si proponeva di ricreare in Europa la situazione italiana. Solo che l’Europa, noi compresi, non ha accettato di diventare come l’Italia, limitando il risultato generale ad un ininfluente spostamento a destra che comunque non ha scalfito la coalizione uscente. Come dire che sostanzialmente l’Europa ha tenuto.
Ciò non toglie naturalmente che nei singoli stati (nazioni, per Georgia) ci siano stati risultati particolarmente significativi, come i due milioni e trecentomila preferenze per Georgia in Italia, o il 30% di Marine Le Pen in Francia; ridicolo comunque che a gioirne sia un Salvini che in Europa con la Lega è passato dal 34% del 2019 al 10% scarso del 2024. Dov’è la vittoria?
Avvilente inoltre che, con questi risultati, la premier sia marciata in Europa vantando pretese con un cipiglio guerrigliero, prontamente smorzate, dopo una umiliante anticamera, da chi in Europa le ha fatto notare che, per una maggioranza europea, lei proprio non serviva; come dire facciamo benissimo anche senza di te! L’Europa resta Europa, non diventa Italia!
Ecco perché secondo noi, nel calcio come in politica, l’Italia appena cade la fumosità dell’ossessiva esposizione pubblicitaria, appena cioè di fronte alla realtà del campo, ci troviamo a dover dimostrare il nostro effettivo valore, risultano evidenti i nostri limiti, che diventano persino ridicoli per le continue gaffe di ministri impegnati a dimostrare la loro incompetenza.
Noi abbiamo sempre più netta la sensazione che in Italia stiamo vivendo una specie di Truman Show televisivo, massicciamente melonizzato, dove alla realtà reale, hanno sostituito un reality beota di pessimo gusto che, opportunamente edulcorato, ci viene propinato a dosi massicce tutti i giorni, in cui dell’intervento pubblico di un ministro si trasmettono gli applausi ma non i fischi; tutto questo mentre, sulla stessa lunghezza d’onda, i calciatori della nostra nazionale, mister in testa, riescono bene solo negli insulsi spot pubblicitari.

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