Indagare sul … nulla o quasi; questa è la condizione in cui viene a trovarsi Penelope Spada, protagonista del thriller di Gianrico Carofiglio. ‘Rancore”, pubblicato dalla editrice Einaudi nel 2022 e a lungo nei primi posti delle classifiche dei libri più venduti in Italia.
Una sensazione, più che un sospetto, basata sulla motivazione del ‘cui prodest’, è il pretesto con cui la figlia fa avviare un’indagine sulla morte del padre, un ricco e potente barone universitario, Vittorio Leonardi, di cui la principale sospettata è naturalmente la giovane moglie.
Ex-pm che ha abbandonato la carriera per gli errori in cui è incorsa nell’ambito di indagini condotte non secondo le regole dell’etica professionale, Penelope accetta senza convinzione di condurre delle indagini più che altro per combattere la noia della sua attuale vita, che si trascina avanti stancamente con la compagnia di una cagnetta, Olivia.
Nelle indagini condotte quasi per confermare l’inconsistenza dell’accusa e quindi l’inutilità delle ricerche stesse, più che i riscontri reali e le prove documentate gioca l’aspetto dello studio psicologico dei personaggi, tanto che la giovane moglie, la principale indagata dell’assassinio, finisce per stringere un innaturale rapporto di amicizia con la compagna di palestra Penelope che la sta indagando per l’omicidio del marito.
Non potendo rivelare i particolari che inaspettatamente conducono ad un finale a sorpresa, ci limitiamo a considerare che la nostra disperata Penelope gioca sugli aspetti psicologici della vicenda narrata, quelli che sono oltre l’immediatezza e la plausibilità dei fatti reali; non senza introdurre l’occasione per sentirsi da lei stessa raccontare i motivi che hanno portato alla interruzione incidentale della sua carriera.
Naturalmente, come è d’obbligo in un thriller, per quando sui generis, la vicenda condotta con un ritmo magistrale di un narratore ormai di gran mestiere, va gradualmente verso un finale a sorpresa, in cui la nostra Penelope sembra trovare non solo l’inaspettata, ma non troppo, verità fattuale ma anche riconciliarsi con una dimensione di vita che aveva accidentalmente dovuto abbandonare. Resta la nostra ammirazione per la capacità di Carofiglio di delineare personaggi con una vividezza tale che ti sembra di averli realmente conosciuti ed incontrati.