Romeo e Giulietta, una canzone d’amore

TEATRO

Mentre la possibilità di andare a teatro nel nostro carissimo Comunale di Thiene ci appare ancora come una chimera, ci dobbiamo accontentare di qualche palliativo, per quanto di prestigio, come quello offerto da Rai5 per i quattro sabati di questo febbraio ‘21, sempre considerando la abissale differenza fra il teatro televisivo, pur di grande prestigio, e quello cui siamo abituati sul nostro amato palcoscenico del Comunale di Thiene.
Quella che ci è stata presentata sabato 6 febbraio su Rai5 è certamente la più impensabile messa in scena dello shakespeariano “Romeo and Juliet” cui ci sia mai stato dato di assistere; al punto che, sinceramente ammirati, non riusciamo ancora capire se in definitiva ci sia piaciuto, al di là di quelle che potevano essere le nostre aspettative.
Quella cui abbiamo assistito sembra addirittura essere una prima assoluta della messa in scena di “Romeo e Giulietta, una canzone d’amore”, prodotto da Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Stabile del Veneto ed Estate Teatrale Veronese, con la regia tv di Alessandra De Sanctis, che ha debuttato al Teatro Querino di Roma.
Per capire la sorpresa per uno spettatore impreparato, basterebbe dire che Romeo e Giulietta erano impersonati rispettivamente Ugo Pagliai e Paola Gassman, di cui tutto si può dire, in bene naturalmente, ma non che abbiano il tradizionale physiche-du-role del capolavoro shakespeariano.
Se poi aggiungiamo che noi, per nostra indole, non amiamo i moderni rifacimenti (spesso stravolgimenti) delle opere classiche, in questo caso difficilmente giustificabile con la dicitura “una canzone d’amore”, si capirà la sorpresa di un “Romeo e Giulietta” con protagonisti degli pur amabili anziani, un dramma essenzialmente poetico di cui sono state recitate solo alcune scene, senza una sostanziale scenografia, con interventi di un inaspettato presentatore-provocatore e di una narratrice (più accettabile) in funzione di coro classico.
Premesso tutto questo sul piano critico personale, la sensazione di fondo è comunque quella di aver assistito ad un capolavoro che, almeno nella poeticità, magari un po’ serotina, riproduce la magica atmosfera del capolavoro cui, forse troppo liberamente, si ispira.
Due giganti del teatro, capaci da sostenere da soli la scena, sono apparsi Ugo Pagliai e Paola Gassman che, sul palcoscenico, hanno dato un chiaro esempio della loro teoria secondo cui il teatro è sostanzialmente una finzione che l’attore deve saper presentare allo spettatore come credibile realtà vissuta. Allora, pur nella finzione teatrale, e con un velo di malinconia, resta solo da stupirsi del come Ugo Pagliai-Romeo sulla scena riesca ad amare Paola Gassman-Giulietta con la stessa intensità con cui i due amanti veronesi, secondo tradizione teatrale, hanno tragicamente consumato la loro passione amorosa.
Avremmo qualcosa da dire su certi espedienti scenici, ma non vogliamo rovinare la magia di un amore giovanile tra due attori certamente non adolescenti.

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