Recentemente ci è capitato di risentire, a distanza di decenni, la canzone “Masters of War” (Signori della guerra) di Bob Dylan, la canzone con cui Dylan denunciava i fabbricanti e i commercianti delle armi che servono per fare la guerra, quelli che sulla morte dei soldati, sulle sofferenze delle popolazioni fanno dei grandi affari e lauti guadagni.
Abbiamo avuto la strana sensazione del riaffiorare di ricordi e di rabbie che venivano da lontano ma che, vista la situazione internazionale, sono tornati terribilmente attuali; così come sono tornati attuali i sentimenti e le sensazioni che le canzoni di Dylan ci ispiravano in quegli anni.
“Voi che non avete mai fatto altro
che costruire per distruggere
giocate con il mio mondo
come fosse il vostro giocattolo…”
Bob Dylan allora denunciava il fatto che, per alimentare le guerre e vendere le armi ai combattenti, si adducevano motivazioni, si inventavano situazioni per convincere la gente di avere “God on your Side” (Dio dalla vostra parte).
“Uno premerà il bottone
e farà saltare il mondo intero
e non devi mai fare domande
quando Dio è dalla tua parte.”
Se ci guardiamo intorno oggi non sarà difficile renderci conto che la situazione non è cambiata di molto, anzi per certi aspetti è peggiorata. Tutti stanno combattendo per una giusta causa, cioè “con Dio dalla loro parte!”
Allora Bob Dylan si riferiva alla guerra del Vietnam. Oggi la guerra l’abbiamo in casa, in Europa, tra due paesi europei, con gli altri stati, tra cui l’Italia, impegnati a fornire armi sempre più potenti perché possano resistere a combattere, dando nel contempo un quotidiano bollettino di distruzioni e di morti tra la popolazione.
Così come, “Con Dio dalla loro parte” in Medio Oriente si è pericolosamente rinfocolato il contrasto tra Israele e i Palestinesi che si contendono la stessa terra e si rifiutano di suddividersela equamente, visto che non riescono a convivere pacificamente.
Insomma, oggi forse più di allora viviamo nella paura che “A hard Rain’s gonna Fall” (Stia per cadere una dura pioggia), anche perché è nella logica stessa della infinita spirale della ‘retaliation’ (rappresaglia) che la vendetta debba essere più pesante dell’offesa.
E cosa hai sentito, figlio dagli occhi azzurri?
Cosa hai sentito, ragazzo mio caro?
Ho sentito il rombo di un tuono, che ruggiva come un avvertimento,
ho sentito il fragore di un’onda tale da sommergere il mondo intero,
…e una dura, e una dura, e una dura, e una dura
e una dura pioggia cadrà.
E allora ecco che ancora con Bob Dylan ci facciamo le eterne domande le cui risposte ancora “Blowing in the Wind” (soffiano nel vento).
E quanti morti ci dovranno essere affinché si sappia
che troppa gente è morta?
la risposta, amico mio, soffia nel vento,
la risposta soffia nel vento
Quello che comunque ci manca oggi rispetto a quegli anni è che non ci sia un forte movimento di giovani che avendo preso coscienza della gravità della situazione trovino il coraggio di reagire, di ribellarsi e come abbiamo fatto noi con la nostra generazione, che con Bob Dylan cantavamo:
Venite senatori, deputati…
c’è una battaglia fuori
e sta infuriando.
Presto scuoterà le vostre finestre
e farà tremare i vostri muri
perché i tempi stanno cambiando.