Anzitutto spieghiamo il titolo: grammaticalmente l’originale “The Virgin Blue” non significa la Vergine blu, ma piuttosto il blu (o azzurro) della Vergine; protagonista è infatti non la Vergine ma il colore blu che il pittore secentesco Nicolas Tournier ha usato per dipingerne il mantello.
Stiamo parlando del romanzo di Tracy Chevalier, che abbiamo affrontato nell’originale inglese, edito nel 1997. Pur dando per scontato che qualcosa avremmo perso nella comprensione, ci interessava constatare se in originale lo stile di Tracy Chevalier ha lo stesso fascino delle traduzioni in italiano dei suoi romanzi, di solito editi dall’editrice Neri Pozza di Vicenza.
La trama del romanzo è ad intreccio; da una parte una signore americana, Ella Turner, che per seguire il marito Rick, architetto, si trasferisce in Francia, in una piccola città di provincia; qui intuisce, attraverso un sogno ricorrente, che il suo cognome potrebbe essere collegato con quello di Tournier, non solo del pittore ma anche di una famiglia del posto di cui, dopo varie ricerche, trova tracce in un’antica Bibbia; in particolare Ella è colpita dalla sfumatura di blu del mantello della Vergine nel dipinto del pittore Nicolas Tournier.
L’altro ramo dell’intreccio ci porta alla Francia del ‘600, con la vicenda della famiglia Tournier che ha aderito alla riforma protestante e calvinista, i cui aderenti erano definiti gli ugonotti, subendo delle atroci persecuzioni da parte dei cattolici francesi del tempo.
Protagonista di questa parte della storia è Isabelle, chiamata La Rouge (la Rossa, dal colore dei capelli) che da ragazza intreccia una relazione con Etienne, appartenente ad una ricca famiglia ugonotta, dalla quale viene a malincuore accettata solo perché incinta.
Nella sua ricerca sulle origini della famiglia Tournier, Ella fa la conoscenza di un bibliotecario, Jean Paul, che diviene una specie di alter-ego del marito, con cui finisce per avviare una relazione.
La famiglia di Etienne e Isabelle, con ormai tre figli, e un quarto in arrivo, per sfuggire alle persecuzioni dei cattolici, si trasferisce nella Svizzera di Calvino, dove ricominciano la loro vita di contadini.
Mentre segretamente Isabelle rimane devota al culto della Vergine, che ha visto dipinta con un mantello di un particolare blu, procurandosi, all’insaputa del marito, da un commerciante ambulante, una tela di quel colore, la moderna Ella Turner, in crisi con il marito, arriva in Svizzera da lontani parenti che la portano alla casa a suo tempo abitata dai Tournier.
Qui, sotto l’enorme pietra di un focolare, Ella scopre le ossa di Marie, una bambina che aveva il suo stesso colore rosso di capelli e che indossava una gonna del blu della Vergine del dipinto.
Marie era la figlia di Isabelle e di Etienne, il cui colore dei capelli ma soprattutto il cui comportamento poteva prestarsi al pericolo di essere considerata una strega; per questo era stata uccisa da Etienne e sepolta sotto la pietra del caminetto, dove Ella la riscopre.
C’è nella narrazione di Tracy Chevalier qualcosa di inquietante che deriva da questo particolare blu della Vergine che attraversa i secoli per arrivare fino a quella che si potrebbe considerare una occasionale turista americana. È appunto questo caricare circostanze di vita normali di una pregnanza storica che ci riporta alle guerre religiose del ‘600, l’elemento che col suo stile magistrale Tracy Chevalier riesce a farci vivere in modo fortemente emotivo.