Torna Andrea Vitali con un’altra delle sue storie bellanesi, stavolta dal titolo “Un bello scherzo”, edito dalla Garzanti nel 2021; l’ambientazione è sempre Bellano, sul lago di Como, durante il ventennio fascista, di cui Vitali si diverte a cogliere l’inconsistenza culturale nascosta dalla supponenza del potere.
Involontario protagonista della vicenda narrata è proprio il ‘megafono’ del regime, il maestro Fiorentino Crispini, il quale decide di partecipare, nascondendosi dietro ad un altisonante pseudonimo, ad un concorso poetico per il quale ha scritto una sua roboante composizione in versi.
È un barista di Bellano che una mattina, aprendo il suo bar per accogliere i primi avventori, intravvede con sgomento, tra il buio e la nebbia, il maestro Crispini trascinato via di peso da tre elementi della Milizia, la polizia fascista.
Venuta a sapere la cosa, tutta Bellano è fortemente scossa e soprattutto sorpresa per l’accaduto, chiedendosi cosa potesse mai aver commesso il maestro per essere arrestato in quel modo.
Per curiosità, più che per dovere professionale, se lo chiedono anche i carabinieri della locale stazione, tra cui il maresciallo Maccadò, che qui ritroviamo ormai felice padre di tre figli.
È vero che finché non c’è una formale denuncia, i carabinieri non possono muovere indagini, ma resta la curiosità di sapere di che cosa il Crispini si sia reso colpevole agli occhi della Milizia fascista, pur con un passato che non si prestava certo ad ombre sul piano politico. E per dirla tutta, al maresciallo Maccadò e ai suoi carabinieri seccava molto che la Milizia fascista agisse impunemente sul territorio di loro competenza.
Nella vicenda viene naturalmente coinvolto il responsabile della locale sezione del partito fascista, Fulvio Semola, in perenne dissenso con la pepata moglie. Questi viene convocato a Como dove gli viene perentoriamente ordinato di trovare i responsabili che assieme al Crispini avrebbero ordito un complotto scrivendo una composizione poetica fortemente offensiva per il regime.
Bisogna agire con estrema severità e rigore, anche perché della vicenda si è interessata Roma, che pretende una pronta, immediata risposta con un’esemplare punizione.
Non sapendo che pesci pigliare, il nostro Semola si umilia persino a chiedere aiuto ai locali carabinieri, con grande divertimento di Maccadò e commilitoni.
Non possiamo certo svelare come Vitali ha condotto a buon fine una vicenda che aveva dell’assurdo; possiamo solo dire che il maestro Fiorentino Crispini è stato oggetto di “Un bello scherzo”.