Un drone che bombarda un asilo!

EDITOR

Forse qualcuno dei nostri lettori potrebbe essersi chiesto perché noi di Thienet, che cerchiamo di essere sempre presenti sui problemi che toccano la nostra Europa, non siamo ancora intervenuti sul conflitto che da tre settimane ha crudelmente e tragicamente messo di fronte la Russia e l’Ucraina; nessun problema di equilibrismo politico, nessun atteggiamento cerchiobottista… solo orrore!
Un terribile, grande, totale orrore che ci ha sopraffatto e ammutoliti, impedendoci di razionalizzare una situazione nelle sue possibili implicazioni politiche; pur nel nostro piccolo, la nostra serietà di comunicatori sociali ci impedisce di parlare per parlare, di giocare coi sentimenti, di spettacolizzare le emozioni che ci vengono dalle immagini quotidianamente diffuse dai media; non vogliamo cioè confonderci con chi, cinicamente, più che informare, cerca di fare spettacolo col dolore della gente, anche se di questa gente noi partecipiamo vivamente alla tragedia che sta vivendo.
Pur per principio contrari ad ogni forma di violenza, e quindi anche alla violenza legalizzata e generalizzata che è comunque la guerra, dalla storia ci eravamo abituati all’idea che la guerra, sempre condannabile, fosse una lotta tra soldato e soldato che si confrontano sul campo di battaglia, insomma Achille contro Ettore, pur sapendo che le conseguenze spesso tragiche ricadono anche sulla popolazione civile.
Oggi, soprattutto a partire dalla guerra in Jugoslavia, ci sembra che i soldati combattano più contro le popolazioni inermi che contro i nemici, che si spari mirando non solo a strutture militari ma anche a palazzi, teatri, scuole, ospedali, sapendo che dentro si sono rifugiati donne, anziani e bambini, mentre gli uomini combattono altrove; non è più guerra solo contro un esercito nemico, ma anche contro la popolazione inerme. Qualcuno ha calcolato che oggi in Ucraina su 10 caduti, uccisi dalla guerra in atto, nove sono civili inermi, solo uno è un militare.
Una sensazione tragica che ci rende muti e che naturalmente va oltre ogni tipo di considerazione su ragioni e torti per cui si è arrivati al conflitto e sui quali non ci peritiamo qui di addentrarci col nostro raziocinio.
Noi siamo convinti che ognuno dei contendenti, diretti e indiretti, possa fare i suoi calcoli in termini di interessi politico-economici, ma che premessa indispensabile per ogni cessazione delle ostilità debba essere il fatto di riuscire a prendere coscienza dell’inumanità di quanto sta accadendo.
In una ormai disperata illusione, noi crediamo che, al di là delle ragioni e dei torti del conflitto, tutti, russi, ucraini e chi come noi assiste impotente alla loro guerra, tutti umanamente debbano sentire come profondamente orripilante la decisione di mandare un drone a bombardare un asilo pieno di bambini; è questo livello di mostruosità inumana che ci ammutolisce e ci toglie il senso del limite a cui si può arrivare, in base al quale avviare una possibile cessazione delle violenze; un drone che bombarda un asilo non è solo una mostruosità tecnologica, ma soprattutto frutto di una intenzionalità criminale che va oltre ogni considerazione o calcolo politico, potendo albergare solo nell’odio più profondo dell’animo umano

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