Una terra promessa

SCAFFALE

Crediamo che nessun presidente Usa, dopo otto anni di presidenza, sia rimasto attivo e presente sulla scena politica internazionale come Barrack Obama, che ha trovato anche il tempo, fra le altre cose, di descrivere la sua esperienza in una recente pubblicazione; si tratta di “Una terra promessa” edita nel 2020, in traduzione italiana, dalla Garzanti.
In essa Obama ripercorre la sua carriera politica, a partire dalla sua formazione studentesca, i suoi primi impegni su piano sociale, il determinante incontro con Michelle, fino alla “scommessa” di tentare la carriera politica come senatore.
All’insegna dello slogan ottimistico “yes, we can!” Barrrack Obama riuscì a presentarsi come candidato alle elezioni presidenziali, coinvolgendo soprattutto i giovani in un impegno diretto per cambiare, un po’ sullo spirito kennediano del “non chiederti ciò che lo Stato fa per te, ma ciò che tu fai per lo Stato”.
Eletto presidente, ebbe sempre presente questa dimensione sociale del suo impegno politico a favore delle classi più bisognose.
Il suo grande impegno fu per la riforma sanitaria, la cosiddetta Obama-care, cioè un sistema mutualistico simile strutturalmente al nostro, ma che fu duramente contrariato dai repubblicani perché minacciava di scardinare il sistema sanitario basato sulla medicina privata delle assicurazioni sulla salute.
Basti pensare che la prima penosa ‘grande firma’ del suo successore Trump fu proprio per scardinare l’Obama-care.
Nel suo libro Barrack Obama ripercorre le fasi salienti dei suoi due quadrienni di presidenza, mostrandoci le varie fasi che dovevano portare al voto per far passare i suoi vari progetti, non tutti andati felicemente in porto.
Particolarmente sofferto è stato l’aspetto militare della sua presidenza, con l’implicita contraddizione tra il suo idealistico rifiuto della guerra e la necessità di combattere il terrorismo islamico alla radice.
Due sono gli aspetti che ci hanno colpito nel suo racconto dell’esperienza presidenziale. L’idea stessa che la presidenza Usa non è solo un fatto nazionale ma mondiale, data la funzione che gli Usa si sono assunti di essere gli sceriffi della democrazia nel pianeta, una funzione non sempre compatibile con la nostra idea di pace.
Un secondo aspetto è che le due formazioni politiche che si contrappongono nella politica americana, più che partiti sono vaste aree di tendenze diverse anche al loro interno; questo costringe chi propone una legge a cercare una maggioranza parlamentare, sia alla Camera dei Rappresentanti che in Senato, spesso ben oltre alle posizioni ufficiali del proprio partito; come dire che nel Parlamento americano il filibustering, cioè il fenomeno dei franchi tiratori che votano in dissenso dal proprio partito è una pratica non solo accettata ma ricercata.

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