Senza aver la presunzione di interpretare il pensiero di tutti gli italiani, assurda pretesa un po’ di tutti i nostri politici, ci chiediamo se il governo Draghi, nato dalla vacua e vociante dissoluzione politica dei partiti, potrà essere in grado di portarci fuori dall’incubo della pandemia da cui ormai da un anno siamo immersi.
Sia chiaro che non gli chiediamo dei miracoli, impossibili, se non per altro, per la compagine governativa da cui ha voluto attorniarsi, compreso lo squallore di ministri come Brunetta e Gelmini, che avevamo a suo tempo già sperimentati, con incubi notturni che ancora ci perseguitano, anche considerando che si muovono sullo sfondo di un Berlusconi che tenterebbe ridicolmente di atteggiarsi a vecchio saggio della politica italiana.
A Draghi chiediamo solo di gestire razionalmente e con il massimo possibile di efficacia la lotta alla pandemia e soprattutto il piano vaccinale, cui sono affidate le speranze di uscire dall’incubo e finalmente ritrovare una mai tanto agognata normalità di vita personale e sociale; superato questo scoglio col minimo possibile di danni, ci sarà modo di riprendere in mano una situazione sempre più compromessa, avviare una ripresa che ci vedrà comunque diversi ma speriamo anche migliori.
Anche perché quello che la pandemia ci ha insegnato, e che non tutti hanno ancora voluto apprendere, è che siamo noi stessi, nella nostra dimensione personale e sociale, i veri protagonisti che determineranno il superamento della attuale difficile contingenza.
Il miracolo, se di esso si può parlare, non dobbiamo aspettarcelo da Draghi, ma dobbiamo impegnarci a farlo noi; anzitutto con un comportamento responsabile di fronte all’emergenza in atto.
Siamo in guerra, bisogna che ce ne rendiamo finalmente conto, una guerra subdola contro un nemico invisibile, contro il quale ogni nostro cedimento, ogni nostra inosservanza, ogni nostra leggerezza, è un atto contro di noi e contro gli altri.
Oggi la speranza di uscire dall’incubo non viene, purtroppo, dalla fiducia sul nostro senso di responsabilità comportamentale, troppo frequentemente disattesa, ma dalla campagna vaccinale in atto; siamo in attesa di essere convocati nella speranza che anche per noi siano presto rese disponibili le dosi di vaccino.
Sulla puntuale efficienza del piano vaccinale, non su altro, in immediato misureremo il governo Draghi, nato sotto i nostri auspici, anche se non nella sua attuale composizione ministeriale.
Ed infine lasciateci considerare che, mentre infuria la battaglia, con ogni giorno centinaia di morti, qualcuno trova il tempo per criminali leziosaggini, come far cadere un governo (leggi Renzi) o preoccuparsi solo di poltrone, tanto da far dimetter per esasperazione il segretario Pd Zingaretti. Questi non sono tempi in cui possiamo permetterci queste irresponsabilità!