Il senso della Medaglia d’Argento alla Resistenza Thienese

EDITOR

[foto di Elena Offelli]
La notizia, già da tempo nell’aria, è diventata ufficiale: alla città di Thiene è stata riconosciuta una Medaglia d’Argento al Valor Militare per la Resistenza, un riconoscimento già richiesto nel 1994 e poi ripetuto più recentemente, allargando la documentazione storica a tutto il Thienese.
Il Comune di Thiene ha già creato una commissione incaricata di organizzare con il giusto risalto il ricevimento del riconoscimento, previsto per il 25 aprile 2026.
Due sono i punti che, secondo noi, vanno attentamente considerati di fronte a questo meritato, anche se tardivo, riconoscimento.
Il primo punto è che con la medaglia a 80 anni di distanza viene finalmente riconosciuto quanto è stato fatto a Thiene e nel Thienese nel periodo della Resistenza antifascista e della lotta di liberazione.
Un periodo in cui Thiene è storicamente stato il motore di un vasto movimento che ha aggregato quanti si resero disponibili a lottare apertamente, in armi e non, contro la dittatura fascista e l’occupazione nazista; ben sapendo comunque che, metaforicamente, un motore senza le ruote (leggi il Thienese) non si muove, così come le ruote senza il motore, sempre metaforicamente, non vanno da nessuna parte.
Non si deve mai infatti dimenticare che se la medaglia è stata ufficialmente assegnata e dovrà essere gestita da Thiene come città, di fatto è stata storicamente acquisita anche per merito di tutte le realtà locali, non certo meno importanti, in cui la Resistenza anti-fascista ha assunto forme diverse, quelle che genericamente chiamiamo il Thienese. Mai forse come in questa occasione, attorno al gonfalone di Thiene, dobbiamo vedere coinvolte a pieno merito le comunità che attorniano la città, ognuna con la sua specificità e i suoi meriti nella lotta resistenziale.
Il secondo punto, fondamentale, è che “la medaglia è meritata, ma ora tocca a noi meritarla”. Intendiamo che se la medaglia l’hanno meritatamente acquisita i nostri padri partigiani con la lotta che hanno condotto in nome dei valori fondamentali della libertà e della democrazia, ora, nella misura in cui siamo consapevoli del significato storico del prestigioso riconoscimento, tocca a noi tentare di meritarla, nel senso che dobbiamo farci portatori in concreto di quello stesso ‘spirito resistenziale’ che ha animato i nostri padri, naturalmente coniugandolo coi tempi in cui viviamo.
Dobbiamo essere coscienti che oggi la Costituzione, il portato storico della Resistenza, è come una cittadella duramente attaccata da forze avversarie e disgregatrici; sta a noi, in forza anche del riconoscimento della medaglia arrivata dopo più di 80 anni, cercare di trasferire quello stesso spirito resistenziale per difendere la nostra cittadella costituzionale, naturalmente adeguandoci ai tempi che viviamo, ma sempre secondo quegli stessi ideali di libertà e di democrazia, in difesa della dignità umana e sociale della persona e del cittadino.

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