Sotto il cielo di aprile

TEATRO

Una bella novità culturale ci è stata offerta giovedì 24 marzo alla Zagorà di Zugliano da un gruppo di giovani che hanno messo in scena ”Sotto il cielo di aprile”, ‘una storia partigiana di amore e libertà’.
Intanto è estremamente positivo che questi giovani abbiano saputo cogliere il significato degli ideali che animavano l’eroe partigiano Alfredo Fabris, ucciso tragicamente a Sarcedo il 27 aprile 1945.
Nel loro racconto il giovane maestro Alfredo Fabris è mosso da una parte dall’amore per la famiglia e dall’altra da quello della libertà che il fascismo negava.
Era vissuto come tanti giovani al tempo del regime, partecipando alle attività premilitari cui i giovani erano chiamati.
Ad un certo punto, per le sue frequentazioni universitarie, con le amicizie per i fratelli Marini e con Giacomo Chilesotti, Alfredo sceglie quello che allora si diceva “andare in montagna”, cioè la ribellione armata diventando partigiano; fu coinvolto e gravemente ferito nel rastrellamento di Granezza del 6 settembre 1944, che lo costrinse ad un periodo di convalescenza sui colli Berici.
I suoi rapporti con la famiglia erano tenuti dalla staffetta partigiana Flora Minotto, con cui nel tempo si sviluppò un rapporto che andava ben oltre l’amicizia.
Quindi il ritorno in montagna, l’arresto assieme a Silva a casa della Marcellina al Monte di Calvene, la prigione a Thiene e a Padova dove venne torturato dalla banda Carità e il trasferimento a Villa Cabianca, nel bassanese, da dove il 27 aprile ’45 fuggì o fu liberato.
Nel tragitto a piedi verso casa, sul greto del fiume Astico si imbatté in una pattuglia tedesca, a cui cercò di sottrarsi; ferito cerco di sfuggire nascondendosi in una siepe che costeggia un canale, ma fu trovato dagli inseguitori tedeschi. In un estremo tentativo di salvarsi steso nell’acqua si finse morto; i soldati stavano per andarsene quando una fascista della zona presente sul posto si accorse che Alfredo respirava ancora, avvisò il comandante della pattuglia che lo finì con un colpo in testa.
L’idea di drammatizzare questa tragica vicenda sembra sia nata da Stefania Bonato che ha steso un testo insieme con Giulio Dalla Ricca, mentre la messa in scena è stata curata da Francesco Lobba con l’aiuto di Giulia Maino e Giulia Zanocco.
A noi è sembrata un’esperienza di ‘teatro minimale’ nel senso che non si avvale di un apparato scenico ma si basa soprattutto sulla forza della recitazione, o come scrivono loro “esplorare il mondo sotterraneo delle emozioni, dando voce alle donne della Resistenza…”
Se questa loro è una prima esperienza la consideriamo fortemente positiva: abbiamo vissuto momenti teatrali molto intensi e partecipati, dove l’espressione del sentimento diventa azione scenica. Particolarmente suggestivo in questo senso ci è parso il gioco teatrale di Alfredo e Flora che si scambiano i bigliettini girando attorno al tavolo.
Quindi ottima l’idea, valida l’esperienza, resa teatrale estremamente efficace, recitazione intensa, musiche e suoni adatti … per i miglioramenti c’è sempre tempo!

1 commento su “Sotto il cielo di aprile

  1. Gent.mo prof. Offelli,
    Desideriamo esprimere la nostra più sincera gratitudine non solo per le belle parole che ha speso nei nostri confronti, ma soprattutto per i libri da lei scritti che hanno costituito l’ispirazione fondamentale per la creazione di questo lavoro.
    GRAZIE!
    Stefania, Giulio, Francesco, Giulia M., Giulia Z.

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