
Un romanzo-romanzo ci piace definire “Il canto dei cuori ribelli” di Thrity Umrigar, edito dall’editrice PienoGiorno nel febbraio del 2025. Si tratta di un corposo romanzo che ci porta in India, non nell’India moderna e tecnologicamente all’avanguardia delle grandi metropoli, ma nell’India tradizionale che di solito si definisce di provincia.
Protagonista è una giornalista americana, Smita, arrivata negli Usa a 14 anni dopo che il padre ha dovuto fuggire proprio dall’India per salvare la famiglia.
La trama vuole che Smita sia costretta ad accettare di tornare in India con un incarico giornalistico proprio nella zona di Bombay, sostituendo una collega che stava seguendo il caso, arrivato al processo, di Meena.
Meena aveva cercato giustizia in tribunale dopo che il marito, un mite mussulmano, Abdul, era stato ucciso e lei era stata sfigurata dai fratelli che, per diversità di religione, non avevano accettato la sua indipendenza come operaia e tantomeno il suo matrimonio con un mussulmano, da cui era nata una figlia.
Accompagnata da Mohan, un gentile giovane indiano, interprete verace dell’animo indiano quando non avvelenato da fanatismo religioso, che l’aiuta del seguire il caso, Smita incontra sia i fratelli di Meena che il capo del villaggio, che vogliono punire Meena, già deturpata, per aver osato opporsi alla tradizione ricorrendo alla giustizia.
Giustizia che facilmente addomesticata, emetterà un verdetto di assoluzione dei colpevoli, i quali in un tragico crescendo che culmina in una scena di tregenda in cui la folla inferocita lapida e brucia Meena nella sua casa.
Per fortuna che, nel frattempo innamoratisi, Smita e Mohan riescono a salvare sia la suocera mussulmana, Ammi, che la figlia di Meena e Abdul, Abru.
Non potendo anticipare la fine, ci limitiamo a dire che le storie di amori contrastati per diversità di religione dei protagonisti non mancano certo nella nostra letteratura, anche se oggi sono forse considerati un po’ demodè; quello che colpisce in questo romanzo è che l’autrice porta il lettore di mentalità occidentale ad una vera e propria full immersion nell’atmosfera della profonda provincia indiana dove alla donna viene negato qualsiasi tipo di diritti, soggetta com’è all’autorità maschile, non solo del padre o del marito, ma anche dei fratelli. È proprio dallo scontro di due mentalità duramente stridenti che nasce l’interesse e il fascino di questo romanzo.
A volte sembra che gli enormi progressi dell’India all’avanguardia nello sviluppo delle tecnologie informatiche, rappresentino un passo più lungo della gamba, perché si sono lasciati indietro, nella profondità della provincia, un tragico mondo ancora tutto medioevale.